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Raphael Kadid è l’architetto e designer svizzero autore di Daily dose, una misteriosa newsletter quotidiana di architettura e arte diffusa tramite il passaparola, un canale di espressione indipendente e fuori dalle logiche delle grandi riviste. Daily dose funziona come un archivio mobile, raccoglie suggestioni per trasmetterle ai partecipanti-adepti e offrire loro visioni nuove e punti di vista personali. Abbiamo fatto due chiacchiere con chi c’è dietro.
“Preferisco dire il meno possibile per lasciare aperte tutte le interpretazioni.”
La tua newsletter si offre come uno strumento molto originale di discussione e conoscenza all’interno dell’ambiente creativo: come è iniziato il progetto?
Ho iniziato quattro anni fa, quando sono stato assunto da Diener&Diener a Basilea. Una volta, mentre con i colleghi discutevamo di riferimenti per un progetto dello studio, ho pensato che sarebbe stato interessante iniziare a scambiare con loro una selezione giornaliera di immagini. All’inizio girava con la mail dello studio e veniva consegnata a sette persone, poi da lì altra gente ha iniziato a chiedere di essere aggiunta alla lista, e così sempre di più da Basilea e dall’estero.
Mentre le riviste di architettura presentano sempre un elemento di soggettività e un’opinione, nel tuo caso sembri avere un approccio molto più discreto, lavorando su una selezione sicuramente personale ma aperta a interpretazioni. Ti ritrovi in questa dialettica tra soggettività e oggettività?
Penso sicuramente che l’architettura debba parlare per sé, ma considerando quale studio pubblicare e selezionandone le immagini o i progetti da condividere mi sembra anche di dare il mio punto di vista sullo stato dell’architettura contemporanea. Quindi sì, effettivamente preferisco dire il meno possibile per lasciare aperte tutte le interpretazioni.
Come ti approcci a ogni nuovo riferimento e quali sono i temi che guidano la tua ricerca?
Ho diversi interessi nel campo dell’architettura ma faccio fatica a raccoglierli in un’unica lista. Daily dose è un archivio di suggestioni che rappresenta l’approccio di studi selezionati o il lavoro di un artista specifico. Il lavoro su ogni post inizia sempre con un progetto che mi colpisce, con un’immagine che mi dice qualcosa. A quel punto mi concentro per capire se posso costruire una serie unitaria e coerente su quell’autore. La cosa più importante per me è condividere una selezione di opere più che presentare un unico progetto.
Nonostante il tuo interesse personale per il design la tua selezione giornaliera si concentra più spesso su architettura e fotografia: è una scelta voluta?
Il design per me è qualcosa di molto personale, e quindi troppo soggettivo. I destinatari di Daily dose sono per la maggior parte architetti e ho sempre pensato che la fotografia, come alternativa all’architettura, potesse essere un campo di suggerimenti più aperto. Mi piace l’idea che le persone possano trovare ispirazione da qualcuna di queste immagini, consentendogli di astrarsi per un momento dalla loro routine quotidiana.
I tuoi lavori di design si basano su una accurata ricerca dei materiali e su un interesse per le forme pure: a chi ti senti particolarmente legato in questa ricerca?
Amo le composizioni semplici. Producendo ogni oggetto a mano, inizio sempre dalle misure dei profili standard e ne considero dimensioni, peso e proprietà. Un oggetto inizia sempre dal trovare nuovi modi, strutturali o formali, di assemblarli. Nel caso delle lampade parto dalla sensazione di luce che voglio riprodurre, o dall’idea di fare scomparire la fisicità stessa della lampada: mi piace fare emergere le qualità dei materiali che sto usando. Il peso di un cilindro massiccio di alluminio, i riflessi caldi di un disco di ottone… In questo senso direi che il design italiano di Castiglioni, Magistretti e Sarfatti mi ha molto influenzato, ma sono interessato anche al lavoro di Dieter Rams e Jean Prouvé.
Cosa ci dobbiamo aspettare nei prossimi anni? Non so che idee hai in mente ma sembra che Daily dose continuerà ‘from now to your death’…
Ah ah, a volte mi meraviglio di quella frase che ho scritto in cima alla newsletter fin dall’inizio di questo progetto: non avrei mai pensato che qualcuno dal Giappone, Iran o Messico potesse aprire la mia mail tutti i giorni! Adesso mi dedico a diversi altri lavori, ma per ora non vedo il motivo per cui dovrei smettere di inviare la mia Daily dose!