Tratti marcati, bianco e nero imperante, ma sempre molto delicato. Disegna mondi nostalgici e li abita di contemporaneità Cloé Bourguignon, illustratrice francese, ça va sans dire, con un senso estetico che non si dimentica.
Vignette ironiche le sue, costellate di quel pizzico di cinismo, che sembra trovare oggi più che mai nell’illustrazione il suo canale privilegiato, Cloé ama giocare con le donne.
E le rende protagoniste di attimi precisi, perfetti perché chi le guarda inizi a immaginare delle storie per ogni disegno.
Giovanissima, 22 anni appena, Cloé nei suoi disegni mostra dei riferimenti culturali squisiti e preziosi. Dal padre dello humour nonché seduttore francese per eccellenza, Serge Gainsbourg a Glenn Ford, da Romy Schneider a Michel Piccoli, l’universo di Cloé Bourguignon parte da un’allure cinematografica come il bianco e nero che sceglie e le fisionomie che privilegia.
I protagonisti sono sempre due: degli amanti o un gruppo di donne. Quello che colpisce guardando le illustrazioni di Cloé Bourguignon è un erotismo sotteso, suggerito e insinuato, che non si realizza mai. Sono tutti preludi i suoi, in cui la donna è protagonista, forte – a tratti spietata – che risolve la “storia” in una frase, in un gesto o in una reazione. È una donna di cui possiamo intuire il potere di seduzione, intravedere le forme, ma mai coglierle sul serio. Ce le fa immaginare, ci fa assaporare quello che può succedere, ma senza concederlo per davvero.
Ed è tutta qui la potenza delle sue illustrazioni: donne fiere, distrutte, sicure e annoiate, sempre vestite di quel velo di eleganza di cui ci si dimentica sempre più spesso.