Elsa Leydier, fotografa che vive e lavora tra Rio de Janeiro e Lione, nel suo ultimo lavoro fotografico #Elenão, tratto dal grido “EleNão, non lui” che le donne e le minoranze brasiliane gridavano durante la mobilitazione contro il candidato di estrema destra per la presidenza Jair Bolsonaro, ha voluto interpretare il momento di grande tensione politica antecedente la sua elezione.
Ancora non si sapeva della vittoria di Bolsonaro, che ha vinto al ballottaggio del 29 ottobre 2018 su Fernando Haddad considerato l’erede politico di Lula, ma già si percepiva un clima inquieto a lui favorevole.
Elsa, che ha tratto tutte le fotografie da Google con la parola chiave “Brazil”, le ha poi modificate inserendo le frasi pronunciate dai candidati ad una possibile presidenza, trasformandole poi graficamente con la tecnica della glitch art che trae ispirazione ed esalta errori e imperfezioni visive nelle opere.
Così immagini stereotipate di un Brasile gioioso, dai colori vividi, esuberante e sempre in festa divengono racconti metaforici e testimonianze di denuncia che vede, nei fallimenti sistematici della politica e nelle frasi violente, razziste, omofobe e misogine del presidente vincente, una minaccia per la democrazia e il rispetto dei diritti umani.
O erro da ditadura foi torturar e não matar.
L’errore della dittatura era torturare e non uccidere.
Un lavoro di denuncia quello di Elsa Leydier. Le sue fotografie colpiscono per i colori aggressivi, fosforescenti, volutamente taglienti che violentano i nostri sguardi e svegliano le nostre coscienze e certe frasi a margine, che ci lasciano increduli e ci feriscono, prefigurano un futuro difficile e inquietante.
Guarda tutti i lavori di Elsa Leydier sul suo sito e su instagram.