Anastasia Hexahedron vive e lavora a Yaroslavl, città russa sul Volga attraversata dalla transiberiana e tra le città storiche a nordest di Mosca chiamate “L’Anello d’Oro”.
Probabilmente è questa città affascinante ad aver influenzato la fotografa che, nella serie The Mist, sintetizza la sua ricerca che la vede esplorare e creare atmosfere immaginifiche, in bilico tra realtà e sogno.
Così inizia il suo viaggio per caso, sedotta dalla fitta nebbia che sfuma luoghi conosciuti ora mutanti, case evanescenti, foglie che ricamano un cielo plumbeo e ovattato di inquietudini, racchiuso dentro geometrie di fili come pentagrammi musicali senza note.
“Imagine the usual morning when you are doing your study till dawn … there is literally emptiness outside the window – absolutely nothing is visible… You need grab your camera and go to walk around neighborhood urgently: it is an incredibly heavy fog outside…. Only you can decide to stay here forever or to unwind with the first rays of dawn.”
Una città abbandonata e silenziosa, grattacieli come simulacri di una civiltà perduta, spazio e tempo si dilatano in un cammino bagnato di rugiada che crea quell’effetto flou, soft focus naturale, una realtà sfocata immobile. Conscio ed inconscio mescolano pensieri e allora ritornano alla mente quegli alberi che improvvisamente si muovono, spuntano dalla nebbia e avanzano verso il castello di Washizu nelle immagini inquietanti ed evanescenti che ci ha regalato Akira Kurosawa nel suo film “Il trono di sangue”.
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