Le fotografie che Paul Sourojeet ha dedicato al Kolkata Rainbow Pride Walk, la marcia dell’orgoglio della comunità LGBTQ, sono un trionfo di colori variopinti, tinte fosforescenti e incandescenti come deve essere una protesta che difende l’uguaglianza.
Freedom Of Love come libertà di vita e di scelta per un futuro libero, libertà di scegliere il proprio destino contro i pregiudizi, una marcia dedicata all’amore, all’accettazione sociale, alla tolleranza, alla solidarietà, alla difesa dei diritti legali.
Nata in sordina nel luglio 1999 – con appena una quindicina di partecipanti affiancati da personaggi famosi come il giornalista indiano Ashok Row Kavi attivista per i diritti LGBT – è stata in assoluto la prima marcia organizzata in India, che allora venne chiamata The Friendship Walk.
Le immagini di passi stampati sulle magliette giallo brillante con la scritta Walk on the Rainbow realizzate per quel primo Pride Walk sono il simbolo di un cammino iniziato allora e che mai si è fermato, anzi nel corso degli anni si è rafforzato perché ancora viva e presente è l’emarginazione di chi viene giudicato un “diverso” secondo canoni dettati da società che vedono nell’omologazione la ricetta universale del vivere.
“Perché viviamo in una società che ci impedisce di vivere una vita “normale”, inoltre nessuno è felice della propria normalità e il mio lavoro immagina un mondo in cui ci sia libertà di vivere secondo i propri desideri.”
Così le immagini di Paul Sourojeet immortalano il cammino per la libertà fatto di gesti provocanti, pose sfrontate esibite con l’arroganza di chi è costretto sempre a difendersi per custodire la propria identità.
Sono visi truccati come maschere dietro cui difendere fragilità e insicurezze, maschere metafore di vite non facili, maschere – come diceva Saul Steinberg dietro le sue famose Mask Series disegnate sui sacchetti di carta per il pane – che indossiamo in società, che ci camuffano e ci proteggono e che ci permettono di dire tutto.
E dietro quei visi, quei corpi poetici di messaggi inviati al mondo, quegli abbracci stretti per sentirsi forti, quelle scritte come proclami da urlare catturati da Paul Sourojeet in una sequenza di scatti dove il tempo pare si sia fermato, sentiamo le voci di chi vuole dire che ci vuole coraggio e orgoglio e forza per raggiungere l’eterno desiderio di vivere felici.
Uguali, come tutti, a tutti e unici e diversi, come tutti, da tutti.
Quella mano nera sulla bocca della donna in posa nel Freeset è una mano che soffoca parole di libertà. Bisogna sperare in un futuro dove non ci siano mai più mani che chiudano le bocche.
Paul Sourojeet, nato a Calcutta, è uno street photographer e uno sperimentatore curioso, ha vinto premi prestigiosi come The Best Story Teller Award nel 2019 e il Peoples ‘Choice Award. Le sue foto sono state pubblicate su rinomate riviste.
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