Evelyn Dragan, fotografa che vive e lavora a Francoforte coniugando lavori commerciali ed editoriali ad una raffinata ricerca personale, avvolge le sue immagini in una luce trasparente di ambra dorata che colora la natura, le città, le stanze del vivere e i frammenti del quotidiano.
Colori delicati di un sole al tramonto irradiano una natura romantica, paesaggi che raccontano la loro storia che continua nel tempo, ma la stessa luce ammorbidisce anche i grattacieli che abbandonano la loro massa possente per sfumare in cieli bigi.
Ombre e luci teatrali illuminano edifici aulici e il piano di marmo di una cucina dove cinque bicchieri, colorati di un sottile filo rosso di vino, divengono i protagonisti inconsapevoli e silenti dell’immagine.
Ma la meraviglia è nella stanza accanto dove tutto ci fa pensare ad un’immagine di Edward Hopper. La dimensione onirica e sospesa, quell’incantamento di forme, luci, ombre e spazi e quella donna vera ma che pare dipinta. Immobile, condannata ad un’attesa infinita, controllata e dominata da quell’ombra cupa che incombe alle sue spalle.
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