Abbandoniamo le classiche immagini stereotipate che subito ci saltano alla mente, inforchiamo una bicicletta e viaggiamo con Michael Yuan che, proprio pedalando con un amico sul Golden Gate Bridge, ha guardato in alto e ha visto un ponte che non aveva mai visto.
Così è nato il suo progetto The Bridge, Reconstructed.
Perché quel famoso bridge sospeso – lungo 2,71 Km che veleggia sullo stretto di Golden Gate tra l’Oceano Pacifico e la Baia di San Francisco e divenuto simbolo della città – non c’è più, sparito dietro le immagini di forme geometriche dal perfetto rigore euclideo smitizzate dal colore aragosta acceso della vernice acrilica anticorrosiva per l’acciao, costantemente rinfrescata da 38 tinteggiatori.
E quegli occhi sporgenti a forma di palla di extraterrestri cammuffati da lampioni che vivono sul ponte e ci osservano – senza che nessun umano ci facesse caso – dal 28 maggio del 1937 quando il presidente Roosevelt premendo un tasto da Washington inaugurò lo scorrere dei veicoli, ci suggeriscono silenziosamente di dover guardare con occhi nuovi il mondo, perché così le sorprese non mancheranno mai.
Viene in mente l’aforisma molto amato da Vico Magistretti “Del guardare le cose con occhi nuovi” così come è stata l’esperienza di Michael Yuan, fotografo canadese che vive a San Francisco ma anche ingegnere informatico che progetta auto a guida autonoma, che negli ultimi due anni ha fotografato il ponte da diverse angolazioni, studiando forme, linee, colori e mettendo in risalto torri, lampioni, cavi giganteschi… realizzando così una visione personale e particolare del ponte.
“Gran parte della bellezza del Golden Gate Bridge deriva dal fatto che il design e i dettagli visivi sono matematicamente belli e perfetti. Ho sempre amato la matematica – il mio handle di Instagram è @ilikecalculus – e nel ponte ci sono linee che mi hanno ricordato grafici matematici, forme a cascata come problemi di geometria e proporzioni che seguono la sezione aurea. Inoltre, per la posizione e le dimensioni, il disordine visivo è minimo, rendendolo ancora più simile a un perfetto diagramma o a un’equazione matematica.”
Così nelle immagini nitide di Michael Yuan, definite da una luce cristallina dove l’arancio aragosta si staglia su di un azzurro cielo, appaiono silhouette da ritagliare e assemblare come in un puzzle.
In The Bridge, Reconstructed il famoso ponte non compare mai nella sua interezza ma dobbiamo immaginarlo noi, cercando di ricordare la sua linea armoniosa o magari provando a regalargli un nuovo profilo e nuovi colori.
Riprogettare il Golden Gate Bridge? Una bella sfida.
Michael Yuan ha lanciato una campagna di crowdfunding per la pubblicazione di un libro che raccolglie le immagini realizzate in questi anni.
Guarda tutti i lavori di Michael Yuan sul suo sito, su Instagram e sul blog.