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Abbiamo fatto qualche domanda all’artista visivo Darrell Urban Black, nato a Brooklyn ma con base a Francoforte, per conoscere più a fondo la sua attività artistica e farci raccontare i suoi progetti passati e futuri. Darrel lavora utilizzando una molteplice varietà di tecniche creando nelle sue opere un effetto tridimensionale, un’illusione artistica ottica che ha chiamato “Definism”. Una inesauribile creatività che applica anche nella decorazione di interni e in collezioni di design.
Darrell osservando le sue opere fortemente materiche, dai colori accesi, dai tratti energici percepisco una creatività vulcanica. Marc Chagall e Paul Klee sono gli artisti a cui si sente più legato e che più ammira. La sua opera Flag Three è stata ispirata da Jasper Johns, considerato il padre del New Dada insieme a Robert Rauschenberg, e alle sue bandiere divenute delle icone e un marchio di fabbrica dell’artista. L’arte come mezzo di ribellione contro convenzioni, canoni estetici e divulgatrice di pensieri. Ci parli di come è nata la sua Flag Three che porta nel mondo un messaggio di speranza: “America a nation of hope heroism and humanity”
Chagall e Klee fanno sicuramente parte della schiera di grandi artisti che ammiro, ma quelli che mi ispirano e mi influenzano di più sono Mark Rothko e Jean-Michel Basquiat, che secondo me sono i più audaci e provocatori artisti del XX secolo. Basquiat, ad esempio, aveva uno stile molto grintoso e poetico che si rivolgeva direttamente al comportamento umano istintivo e Rothko usava il colore puro per invocare emozioni e significati oltrepassando i sensi umani. La mia reinterpretazione della serie di bandiere di Jasper Johns è stata una delle conseguenze della mia personale tragedia familiare e dei problemi impellenti che gli Stati Uniti hanno dovuto affrontare nel 2003, quando la mia serie di bandiere è stata concepita per la prima volta. Nello stesso anno mia cugina Sonja rimase uccisa in un incidente stradale mentre tornava a casa dalla chiesa, la polizia stava inseguendo ad alta velocità due fuggiaschi dalla scena di una rapina, l’auto dei criminali si schiantò inavvertitamente contro il veicolo di mia cugina uccidendola sul colpo. Quando ho sentito la notizia della tragica morte di Sonja sono rimasto devastato e questo, insieme al disastro dello Space Shuttle Columbia e all’invasione americana dell’Iraq, ha rafforzato il mio bisogno di esprimere un sentimento di patriottismo e di veri valori americani attraverso le arti.
Ma ora facciamo un passo indietro. Lei si definisce un artista autodidatta ma la sua passione per l’arte l’ha coinvolto già da molto giovane. Da bambino aveva realizzato modelli di astronavi fantasma immerse in città spaziali che inventava con strane forme e colori, visioni poi disegnate su carta in 500 disegni. Erano gli anni dello sbarco sulla luna e così la sua passione per lo spazio e le astronavi crebbe. Ci racconti di questa sua passione giovanile che ha influenzato la sua arte.
Mi considero un artista autodidatta in quanto il mio interesse creativo è iniziato nella prima infanzia, crescendo sono stato circondato da sculture in miniatura, da “Il Pensatore” di Rodin a molte altre opere moderne. I miei genitori decoravano la nostra casa con opere d’arte e da bambino ho potuto ammirare la varietà di quelle immagini, che hanno suscitato il mio iniziale interesse nel cercare di replicare l’arte astratta.
Lei è nato a Brooklyn, cresciuto a Far Rockaway (NY) e ha conseguito il Bachelor Degree in Science of Criminal Justice Administration presso l’Università di Phoenix. Nel 1988 è entrato nell’esercito degli Stati Uniti ed è stato per quattro anni a Francoforte, dove tutt’ora risiede. Vivendo in un paese straniero sono state molteplici le esperienze e gli incontri importanti per la sua crescita artistica che l’hanno portata a definire la sua arte Definism che lei descrive con queste parole: “Un’illusione ottica e artistica che ritrae varie differenze nella natura umana, dai drammi della vita quotidiana alla ricerca umana per comprendere noi stessi.” Dai suoi primi lavori su carta e dall’utilizzo di quattro colori primari – blu, nero rosso e verde – è iniziata la sua sperimentazione che ha visto l’utilizzo di materiali diversi, utilizzando acrilico o incollando ceramica su legno per formare sculture tridimensionali. Ci parli di questi suoi anni di sperimentazione continua e del suo Definism…
Mi riferisco al mio stile artistico come “Definism”, che è radicato in un’illusione ottica artistica che trasporta lo spettatore dalla routine quotidiana della vita a una vita alternativa o non-realtà. Il definismo crea immagini, persone, luoghi e oggetti che non si trovano nel mondo reale ma quando sono rappresentati su carta o tela sembrano così reali e inquietanti allo stesso tempo. “The Art of Definism” presenta un mondo visto solo con l’occhio della mente che si ispira direttamente a fonti tradizionali e non, prendo ispirazione da tutti e da tutto. Ad esempio, conoscere le vite degli artisti visivi che sono venuti prima di me è stato molto utile per conoscere e capire me stesso e il mio lavoro. Una persona, secondo me, può trarre ispirazione da qualsiasi luogo o da chiunque, ad esempio libri o film che descrivono l’eroismo di un individuo contro tutto e tutti ci convincono che nulla è impossibile e non sei mai solo nella lotta per realizzare i tuoi sogni.
Lo spazio e la scienza l’hanno sempre affascinata e questo suo interesse lo ritroviamo nelle sue opere. La sua ricerca volge anche alla reinterpretazione del mondo, alla interpretazione di mondi paralleli, persone e circostanze che possono vivere simultaneamente. Interessato alle teorie delle scienziato Nick Bostrom, autore di Superintelligence: Paths, Dangers, Strategies e sostenitore dell’automiglioramento della specie umana attraverso un uso etico del sapere e delle tecnologie scientifiche…
La mia passione per la scienza risale, per quanto posso ricordare, all’infanzia con l’interesse per lo spazio in primo piano. Questa spinta a comprendere le complessità della scienza probabilmente proveniva dai miei genitori, mio padre lavorava come tecnico dell’avionica per la compagnia aerea PanAm e mia madre era un’insegnante di scuola elementare ed avevano entrambi una grande curiosità per l’origine dell’umanità. I miei fratelli Lisa, Kyle ed io, da bambini, abbiamo avuto molte conversazioni stimolanti con i nostri genitori su dimensioni superiori e universi paralleli e questo interesse per la scienza è rimasto con me nell’età adulta, realizzandosi nella mia creatività. Molte delle mie opere su temi scientifici rendono omaggio ai fisici teorici del passato e del presente, come Albert Einstein, Michio Kaku e Roger Penrose che hanno reso la scienza facilmente accessibile aiutandomi ad ampliare la mia comprensione della fisica, argomento che ho rivisitato molte volte nella mia arte.
Nel 2014 un suo disegno è stato sovrapposto digitalmente all’edificio W di di Times Square, New York. Una performance della durata di tre giorni che ha coinvolto altre persone e sponsorizzato da SeeMe, un organizzazione americana di arts-sharing. L’immagine è un disegno a penna e inchiostro che impiega il Definism come definito in Art Radio:
“L’arte trascende il consumismo; chiede ed esige di più dai suoi partecipanti.” Un interessante progetto che vede il riutilizzo di un edificio le cui facciate divengono uno spazio visivo dedicato unicamente alla creatività e ammirato per un nuovo messaggio che decontestualizza il suo impatto visivo in un messaggio nuovo. La creazione di un’opera d’arte concettuale di imponenti dimensioni. Ci vuole parlare di questo progetto e di quei giorni?
Sono entrato nel 2012 nell’organizzazione artistica SeeMe, una piattaforma online negli Stati Uniti il cui obiettivo era procurare visibilità ad artisti sconosciuti ed emergenti. SeeMe ha realizzato il suo scopo presentando le opere d’arte dei suoi soci con eventi pubblici di grande impatto. È stato un momento molto emozionante per me come artista emergente vedere le mie opere d’arte esposte sul billboard a Times Square e l’anno successivo le mie opere visualizzate su schermi digitali per un evento di un giorno al Museo del Louvre di Parigi. Ho deciso di lasciare l’organizzazione quando la leadership è cambiata e il nuovo obiettivo di SeeMe era più incentrato sulla fotografia e sulla moda.
Darrell vuole accenare a quale progetti futuri sta lavorando?
Recentemente una mia opera d’arte è stata esposta alla “Queen Mary University” di Londra in una mostra collettiva intitolata Being Human 2020 Covid–19. Attualmente, la mia opera è presentata in un progetto editoriale intitolato “RegenerArt” in collaborazione con diversi artisti del Regno Unito a cui è stato chiesto di descrivere la propria esperienza personale di vita in quarantena a seguito della pandemia di Covid–19. La mia prossima mostra sarà alla “Artbox Gallery” in Svizzera dal 4 gennaio al 31 marzo 2021.
Guarda tutti i lavori di Darrell Urban Black sul suo sito.