Quattro giorni, quattro luoghi della Capitale, Diciotto opere di luce site specific per ridisegnare le superfici architettoniche urbane.
Dal 19 al 22 dicembre torna RGB Light Experience il festival di light art, urban light e video-mapping, giunto ormai alla sua quinta edizione, prodotto da Luci Ombre e diretto da Diego Labonia.
L’edizione di quest’anno è particolare perché completamente ripensata nel rispetto delle attuali normative di contrasto alla diffusione del Covid-19: invece della consueta passeggiata lungo un percorso disseminato di opere d’arte, saranno le opere stesse a muoversi all’interno del tessuto urbano. Le 18 opere, infatti, verranno allestite ogni giorno in un sito diverso tra i quattro selezionati, e saranno fruibili non solo dai passanti, ma anche in diretta streaming online sul canale Vimeo e sui social di RGB Festival.
Il tema dell’edizione di quest’anno è “Naturare”: un invito a ribaltare la concezione antropocentrica della Natura, per una visione, più auspicabile, in cui l’umanità intera comprenda di essere, e si senta, parte integrante della natura stessa.
“L’Umanità agisce in modo invasivo e irresponsabile, egoistico e arrivistico, illudendosi di governare il mondo naturale e ignorando le responsabilità che ha nei confronti di esso. È necessario introdurre un cambiamento rapido e radicale: abbiamo la responsabilità di prenderci cura della Natura”.
Le parole del direttore artistico, Diego Labonia, sintetizzano perfettamente il concetto che è stato fonte di ispirazione per gli artisti, ma anche per l’organizzazione del festival stesso.
La scelta dei luoghi in cui saranno allestite le opere, infatti, non è stata casuale.
Luoghi sospesi, schiacciati fra la perdita d’identità e la perenne condizione di casualità e precarietà, emblema del degrado urbano e del cattivo utilizzo del bene pubblico.
Per una notte, le strutture in questione si potranno riscattare: ogni artista interverrà sulle architetture, rendendole altro rispetto all’immaginario quotidiano, tenendo centrale il tema del rispetto e dell’osservazione dei processi naturali.
Overflow, l’affascinante lavoro realizzato dal collettivo multimediale DELTAPROCESS, ad esempio, simula sulla mappa di Roma e del Pigneto, il processo di evoluzione spaziale del Physarum Polycephalum, una muffa unicellulare dotata di intelligenza e abilità mnemoniche straordinarie. Attraverso l’identificazione dei luoghi in cui il camion di RGB passerà e si fermerà per proiettare le opere, il sistema creerà il nutrimento necessario al Physarum per evolvere, lasciando il comando della simulazione alla “saggezza” innata in forme base della natura.
Mediante foglie rettangolari di cemento, foreste disturbate, svolazzamenti drammatici, il collettivo fiorentino Mediamash presenta “Natural Down – Crescerà l’erba sulle nostre città”, una riflessione sull’interazione tra uomo e natura all’interno del contesto metropolitano.
Per concludere, non possiamo non menzionare “Y.K. L’altra metà del cielo”, opera dell’artista e architetto Diego Repetto, con la sonorizzazione di Gianni Maroccolo.
Un omaggio non solo all’artista francese prematuramente scomparso nel 1962 all’età di 34 anni, ma al 2020, l’anno del Blu, così nominato a fine 2019 dal Pantone Color Institute.
Il colore blu è emblema di stabilità e connessione, riesce a trasmettere una presenza rassicurante e crea una sensazione di grande spazio e fiducia nel futuro.
L’intenzione del duo Repetto – Maroccolo è quindi quella di portare un forte messaggio di speranza, in un mondo lacerato dalla pandemia e dall’incertezza nel futuro.