Ci sono degli equilibri instabili che riequilibrano la nostra vita, come in Equilibres, il progetto fotografico di Olivier Longre, dove tutto apparentemente sembra in equilibrato equilibrio.
Il bucato statico mosso da un vento immobile, la poltronicina vintage che se ne sta in quell’angolo disequilibrato, l’incerto equilibrio di quel vaso poggiato su di un piano inclinato, quei palazzi pericolosamente inclinati, le incerteze di equilibri vitali e l’equilibrio di sfumature delicate di grigi bigi che si insinuano tra tende, muri e fotogrammi di un film che guardiamo anche noi, insieme ad Oliver.
“Paradossalmente quello che mi interessa di più della fotografia non è l’immediatezza dello scatto ma la durata: una temporalità fatta di attimi sospesi, attesa e assenza in un mondo in equilibrio, un mondo di “quasi nulla” dove la presenza dell’uomo è solo suggerita… la ricerca di questo stesso equilibrio tra forze contrapposte si trova negli oggetti e nelle strutture fotografate: gioco tra pieni e vuoti, dialogo tra l’animato e l’inanimato, fusione del maschile e del femminile.”
Quegli angoli di spazi vissuti dove non appare nessuno ma sentiamo presenze silenziose che hanno abbandonato scarpe, una tovaglia, le conchiglie e una sedia che le aspetta. I segnali per non farsi dimenticare.
Olivier Longre, che vive e lavora a Lione, illustra come gli equilibri disequilibrati appartengano alle nostre vite di tranquillizzanti consuetudini che, se abbandonate forzatamente come in questi periodi di lockdown, rendono le nostre esistenze una continua ricerca di Equilibres.
Guarda tutti i lavori di Olivier Longre sul suo sito.