Carta, penna e inchiostro: è con questi strumenti che Mark Poulier riesce a cogliere la bellezza della storia. I suoi schizzi architettonici, dettagliati e al tempo stesso originali, sono diventati virali in rete, grazie soprattutto alla condivisione su Instagram.
Per molti lo schizzo non è altro che una bozza, un disegno preparatorio finalizzato a qualcosa di più grande, al dipinto che verrà. Questo è un tipo di disegno molto utilizzato dagli artisti, in quanto permette di registrare rapidamente su carta quello che l’occhio osserva all’istante. Oggi architetti, scultori e maestranze artistiche hanno a disposizioni tecnologie molto più avanzate per dare vita alle proprie opere, ma Mark Poulier ha deciso di rimanere fedele a questo mezzo espressivo veloce e improvviso, ma che al tempo stesso richiede grande abilità e pazienza.
Attualmente Poulier risiede a Melbourne, ed è lì che, tra uno spostamento casa-lavoro e l’altro, sfrutta i suoi viaggi in tram per dedicarsi alle sue grandi passioni, il disegno e la storia. I suoi schizzi hanno come soggetto principale edifici antichi e paesaggi urbani, Mark inizia a caricarli su Instagram, e il suo successo è immediato. Così come è immediato il messaggio che traspare dalla sua opera, il voler rimanere fedele alla bellezza di questi palazzi, che hanno assistito silenziosi e immobili al passare del tempo e alle evoluzioni dell’uomo.
Tra i suoi lavori ne troviamo diversi che raffigurano vedute dell’Italia, realizzati dopo un viaggio di Mark nel nostro Belpaese passato a fotografareo e schizzare vie, piazze ed architetture che fino ad allora aveva solo visto raccontate sui libri. Disegnare un ambiente è un modo per essere sempre in quel luogo, e ora chiunque guardi i suoi schizzi può viaggiare con la mente fino alle bellezze del nostro Paese.
Lo stile di Mark Poulier è reale e romantico, la volontà di plasmare con le sue mani questa sorta di prefotografia, ci porta a riconsiderare quanto sia importante coltivare l’immaginazione e la creatività che risiedono in ognuno di noi, per essere sorpresi continuamente, anche da qualcosa di secolare e inerte come le architetture storiche.