Abbiamo pensato tutti, almeno una volta, di sparire e volatilizzarci in un altro “altro da qui”, indefinito e indefinibile.
Alexis Vasilikos nella serie fotografica All I ever wanted was to disappear affronta questo suo antico desiderio, come una primordiale nostalgia di essere unito alla totalità, scomparendo con essa.

“Quando ero giovane, cercavo di sfuggire alle norme sociali e a qualsiasi tipo di struttura sistemica. In seguito, questo sentimento ha preso la forma di ricerca spirituale, cercando di dissolvere la mente nella consapevolezza attraverso la meditazione e l’autoindagine.”

Le immagini del viaggio di Alexis sono tagli nella pietra, una botola illuminata che ci conduce al centro della terra, anfratti nel terreno con antichi scalini, ombrose cavità nascoste da alberi in bianco e nero. Sono figurazioni di antri dove, forse, può iniziare un cammino di ricerca per raggiungere quell’arcobaleno laggiù, cha parla di salvezza.
La fotografia è l’essenziale compagna che affianca Alexis in questa ricognizione spirituale, un’esplorazione esistenziale attraverso la riflessione e l’introspezione.

Alexis Vasilikos, visual artist che vive e lavora ad Atene, è particolarmente interessato alla fotografia cui si dedica da venti anni, esplora la vita quotidiana basandosi sulla spontaneità e l’improvvisazione, ma anche la fotografia come forma di meditazione. Ha partecipato a mostre internazionali e dal 2012 è co-editor di Phases Magazine, rivista online di fotografia d’arte.
Puoi seguire di più sul progetto sul suo sito e seguire Alexis Vasilikos su Instagram.

