Alexis (nato nel 1977) scatta foto da quasi due decenni e le sue immagini hanno un fascino distinto con un approccio minimale e meditativo. Ritraggono la complessità e la quotidianità della vita in un modo molto fine. Alla ricerca di elementi straordinari, Alexis è in grado di ritrovarli nei luoghi più inaspettati ed ha la capacità di immortalarli come pochi. I colori vivi attirano all’istante l’attenzione di chi osserva per rivelare poi, a chi si sofferma, la sua visione del mondo e delle cose.
Le sue foto sottolineano in un certo qual senso i dettagli e la serendipità che caratterizza la vita. Minuzie che ci fanno interrogare sulla nostra capacità di cogliere la magia che ci circonda e che permea le cose. Particolari evidenti eppure invisibile, cose ordinarie, ma di straordinaria importanza.
Guai però a parlare di racconti fotografici:
C’è una convinzione molto diffusa secondo la quale le fotografie servono a raccontare storie. Per me quest’aspetto non è molto interessante. Naturalmente, mi piace godermi una bella storia al cinema o in tv, ma quello che mi ha sempre attratto della fotografia è lo scatto avulso dal suo contesto e da qualsiasi storia.
L’alternanza dell’utilizzo del bianco e nero o del colore, i differenti approcci all’editing, sono solo i mezzi che ho a disposizione per riportare alla mente l’esperienza vissuta. In questo senso il mio modo di scattare è molto vicino alla pratica della meditazione, perché non cerco di sviluppare un discorso, ma semplicemente di condurre la mente nel luogo in cui quel determinato discorso può originarsi.
L’intervista integrale ad Alexis Vasilikos la trovate sul numero #00 di AWM.
Alexis was born in 1977. Therefore he has been taking photos for over 20 years. His pictures have a fascinating minimalist and contemplative approach. He produces spectacular pictures capturing objects of the daily life in the most unexpected settings. Moreover, he uses bright colors which are very appealing for the observers.
In his photos, he captures little details of objects which occur frequently in our lives but on which no one pays the deserved attention. This approach transforms common objects into extraordinary things.
“There is a wrong believe that photos are seen as story-teller. I find that this view is not interesting. Obviously I love good stories on TV or at the cinema. However, what I like about photographs is the quality of the picture in itself, independently from its story. My approach in taking photos is very close to the meditation practice in the sense that my intention is not to create a romance but only to drive the mind towards the dimension where that romance could originate”.
The full interview to Alexis Vasilikos is available on the first issue of AWM magazine.