Hef Prentice è una giovane fotografa di Buenos Aires.
Guardare i suoi lavori attiva un meccanismo immediato che rimanda automaticamente al suo mondo immerso in un clima fiabesco ma cupo, delicato ma di forte impatto. È un mondo di netti contrasti che, però, creano connubi perfetti.
Sono foto che ti assorbono del tutto, che ti catapultano in ogni luogo e in nessun tempo.
Le atmosfere sono a metà strada tra il proibito e il misterioso, condite forse da un po’ di inquietudine.
Tagli imprecisi ma immagini non casuali che nascono nei suoi pensieri e si materializzano su pellicola; è la realtà viva nella sua mente e la fotografia è il codice che utilizza per comunicarla.
Abbiamo deciso di farle qualche domanda per conoscerla meglio e per farci raccontare la misteriosa bellezza del suo mondo.
Come hai iniziato a scattare?
Mi è sempre piaciuta la fotografia ma non avevo mai fotografato. Ho cominciato quando il mio ragazzo, Nicolas, mi ha regalato una piccola analogica del ’66. Di solito scattavo foto col mio cellulare prima di perderlo e non avere alcun desiderio di ricomprarlo, infatti tuttora non lo uso. La prima volta che l’ho avuta tra le mani era come se fosse diventata una mia estensione e mi sentivo eccitata al pensiero di rendere reali le mie idee. E così è cominciato tutto.
Fino ad ora i miei modelli sono amici o persone che invito a far parte dei miei sogni, delle mie fantasie. Mi piace scattare perché cerco di creare un legame intimo che vada oltre l’amicizia e potrebbe diventare un meraviglioso errore.
Anche se le mie foto appaiono sfocate, cupe e sgranate, mi piace che i miei modelli ricordino se stessi e quel momento con me, che è sempre in qualche modo speciale.
Se fossi un Paese, quale saresti?
Sicuramente l’Islanda. Anni fa ho visto il documentario di una band che mi piace un sacco, i Sigur Ros, e sono rimasta realmente affascinata dai paesaggi, dalla foschia, ma soprattutto dalla calma che sembra avvolgere ogni cosa.
Nelle tue fotografie è preponderante la presenza della donna. Cosa rappresenta per te la figura femminile?
Sicuramente il mistero e la bellezza, la forza e la fragilità. Ho sempre pensato che il cuore di una donna sia pieno di segreti che nessuno ha mai scoperto. L’indecifrabile scintillio nei suoi occhi, il linguaggio del corpo, il tono della pelle, i capelli, i sorrisi. Non riesco a non guardare una ragazza senza immaginare situazioni che vorrei fermare per sempre in una fotografia.
Se dovessi scegliere una colonna sonora per le tue foto, quale sarebbe?
Tomb for two – Lebanon Hanover
Le tue foto descritte in 3 parole.
Mistero, fragilità e oscurità
A quali artisti ti ispiri maggiormente?
Nan Goldin, Sofia Sanchez&Mauro Mongiello, Harry Clarke, J.S. Bach e Reiner Maria Rilke.
Qual è la tua preferita tra le foto scattate finora e perché?
Dulcinea bajando por las escaleras (Dulcinea going down the stairs)
Dulcinea bajando por las escaleras
È stata una delle mie prime foto. Dulcinea è una persona molto speciale per me perché dal primo giorno crede in me come se mi conoscesse da sempre. Quando l’ho scattata non avevo ancora mostrato i miei rullini, stavo imparando ad usare la macchina fotografica e quando poi ho sviluppato le prime foto ero molto felice. Finalmente quello che vedevo era fissato in un’immagine.
Che progetti hai per il futuro?
Io penso che il futuro si debba creare giorno dopo giorno, ma ho dei sogni che vorrei realizzare:
vorrei viaggiare e incontrare nuove persone con cui condividere i miei sogni.
Abbiamo chiesto a Hef di scegliere alcuni tra i suoi scatti, altri non abbiamo potuto fare a meno di aggiungerli alla gallery.