Questa è la storia di 3 ragazzi, compagni di corsi alla RMIT University di Melbourne, Andre Hnatöjko, Dale Hardiman e Adam Lynch.
In questi (quasi) due anni di Artwort ci siamo imbattuti in bellissime storie lavorative, amici diventati poi partner nel lavoro, compagni diventati poi colleghi, diventati poi coppie.
Questa storia però è diversa.
Andre, Dale e Adam, alla fine del percorso universitario decidono di intraprendere le proprie strade tendendosi la mano e dando vita al collettivo Lab De Stu. Non un gruppo che condivide gli stessi ideali estetici o che crea insieme, ma un contenitore che raccoglie i lavori individuali dei 3 designer e le loro collaborazioni, facendo da piattaforma e da vetrina.
I 3 designer lavorano separatamente, ciascuno nella propria città –tenendosi in contatto ogni giorno più volte al giorno– ciascuno portando avanti il proprio stile e i propri processi creativi.
Andre lavora con sagome bidimensionali e ama utilizzare materiali preziosi come l’oro e l’ottone, Adam lavora con il digitale ed è molto affascinato dalla fase di produzione e Dale modella forme organiche con materiali inusuali. 3 approcci al design ben identitari e diversi tra loro che diventano ancora più interessanti nel momento in cui si incontrano e costruiscono qualcosa di nuovo e complesso.
Il loro è un portfolio fatto di contaminazioni e collaborazioni che nascono dagli input che si scambiano e diventano a tutti gli effetti creazioni Lab De Stu nel punto preciso in cui si incontrano.
A impreziosire la produzione di Lab De Stu anche molte collaborazioni esterne; tra gli altri, la designer di gioielli Emily Green e lo studio multidisciplinare Mathery Studio.
Questa è la storia di 3 designer completi e di un collettivo che è più della somma delle sue parti.