Nice to Meet You è una conversazione breve e informale, un botta e risposta che si pone l’obiettivo di conoscere la persona che si nasconde dietro il designer, l’artista o il fotografo, di indagare sul suo percorso, i suoi interessi e il suo processo creativo, per conoscerlo e, perché no, arrivare a comprendere meglio i suoi lavori.
Abbiamo incontrato Olivier Valsecchi, fotografo francese che non necessita di presentazioni. La sua fotografia interpreta il nudo tradizionale in chiave del tutto personale, puntando agli angoli reconditi della nostra anima e insediandovisi. In una chiacchierata senza mezzi termini, Olivier si è raccontato e ci ha raccontato il suo pensiero sul futuro della fotografia.
Nome
Olivier Valsecchi
Occupazione
Fotografo
Quanto è stato significativo il tuo percorso di studi per quello che fai oggi?
Ho studiato lingue e civiltà al college (tedesco, inglese e un po’ di italiano) e mi sono laureato in lingua inglese. Quel genere di conoscenza è sempre importante perché i francesi sono tremendi nelle lingue e grazie a questo sono riuscito a rispondere a molte interviste in inglese per riviste internazionali. Quindi mi ha aiutato da un punto di vista professionale, ma c’è da dire che nella mia vita ho guardato film e serie TV quasi esclusivamente in inglese. Ad ogni modo dopo il college ho frequentato una scuola di fotografia per due anni e imparato qualsiasi cosa avessi bisogno di imparare il che, ovviamente, mi è utile ancora oggi.
Tre cose che ti piacciono
Lo Champagne, le acque turchesi e la musica degli anni ’80 e precedente come opposta rispetto a quella contemporanea
Tre cose che non ti piacciono
L’ignoranza e tutto quello che vi è legato (la stupidità, l’irrispettosità, l’intolleranza), le truffe e il formaggio di capra
Un fotografo che ti ispira
Jeff Bark e Erwin Olaf. Anche se il loro stile è molto diverso, riescono a combinare tecnica e poesia e le loro fotografie sembrano
dipinti. Adoro questo approccio.
Da bambino volevi diventare…
Un cantante. Avevo una sacco di energia, cantavo, ballavo, facevo video, cercavo di trasmettere un’emozione, ma a quel tempo la mia voce era terribile, non c’era nulla che mi incoraggiasse a seguire quella strada. Avrei potuto essere un ballerino, ero abbastanza dotato, vorrei avere avuto il coraggio necessario per proseguire in quella direzione, ma non era visto come un lavoro serio.
Ma, d’altra parte, la fotografia è vista come un lavoro serio?
Raccontaci il tuo processo creativo
Ho una cartella chiamata “Progetti”, con almeno 20 sottocartelle, ciascuna con un’idea per una serie, una sceneggiatura, immagini già create per quell’argomento, disegni. Tutte queste idee stanno aspettando solo che io inizi a lavorarci. Essere pronti a lavorare su una serie significa avere tutto a tua disposizione: l’idea, i modelli, la crew, la location, le attrezzature sceniche e c’è bisogno di un sacco di energia per mettere insieme tutti gli ingredienti e gestire tutte queste persone. Di solito faccio alcuni esperimenti e, a seconda del risultato, continuo a lavorarci o passo ad un altro progetto.
Il tuo ultimo lavoro
La mia ultima serie si chiama “Amazon“. Una serie che non ha mai avuto sottocartelle. Ho trovato un paio di carte da parati in un locale per musicisti. Ho subito capito che le avrei usate per lavorare. Il cast è stata la parte più difficile da assemblare, perché volevo che i modelli avessero qualcosa di un personaggio Disney e non è stato facile trovarli. Per farla breve, “Amazon” è un incrocio tra il mito di Adamo ed Eva e il Libro della Giungla, ha qualcosa a che vedere con la plurietnicità, con il ricordare il tuo bambino interiore e come non avresti mai giudicato i personaggi principali dei film Disney a causa del colore della loro pelle. Anzi, probabilmente avresti voluto essere loro amico. Allora com’è possibile che la crescita abbia reso alcuni di noi meno aperti?
Il tuo prossimo lavoro
Per scaramanzia non posso dirtelo, ma penso sarà un affresco sulla mia visione del mondo qui ed ora. Il massimo che posso dire è che ci sarà tensione.
Il tuo mantra
Quando mi guardo mi sento pietoso, quando mi comparo agli altri mi sento sollevato.
Un consiglio per chi vuole intraprendere il tuo percorso
Per sostentarsi? Ci sono ancora giovani che vogliono diventare fotografi di professione? Voglio dire, svegliatevi e godetevi il profumo del caffè, cari, perché, siamo onesti: questa nave sta affondando. Non è così? Ho detto qualcosa di sbagliato? Sto rovinando la festa? Certo, ci saranno sempre fotografi professionisti, ma non mi sento di incoraggiare qualcuno a perseguire questa strada perché non tutti possono diventarlo. Ce ne sono troppi di fotografi attualmente e il risultato è che ci sono stati tagli massicci ai budget a disposizione. C’è stato un tempo in cui valeva la pena mettercela tutta per diventare fotografo, era ancora un lavoro creativo e remunerativo. Oggi la maggior parte dei giovani fotografi lavora gratis, e per cosa? Per dimostrare che sono qualificati? Come fanno a pagare l’affitto?
Il fotogiornalismo è considerato uno dei lavori più precari al mondo e non è un segreto che gli artisti stanno affrontando un periodo difficile provando a mantenersi con quello che fanno. Persino Roger Ballen ha detto che ci saranno sì e no 10 artisti in tutto il mondo a vivere con la vendita delle proprie stampe. Probabilmente è un dato sottovalutato. Non fatevi ingannare dalle storie di successo perché sono una su migliaia. So che è un discorso crudo, ma a volte devi solo dirlo in modo chiaro.
Quindi vi dico: pensateci due volte. O sei incredibilmente dotato, ferocemente appassionato e preparato a rialzarti dopo la caduta, o se sei indeciso tra diventare un dentista o un fotografo allora ti dico: hey tesoro, siamo realisti per un secondo, fare il dentista può essere noioso, ma ti fa vivere dignitosamente e ti fa avere un sacco di tempo libero per vivere la vita e divertirti con la tua macchina fotografica.