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Burning Man Festival
Artwort News Burning Man – Il festival che è una città
  • News

Burning Man – Il festival che è una città

  • 8 Luglio 2015
  • Marco Ferrari

Esiste una città che non ha bisogno di architetti né di negozi, una città che vive solo una settimana all’anno, scomparendo e nascendo nuova ogni anno dal 1991 nel mezzo del deserto del Nevada: Black Rock City. La città temporanea nasce da Burning Man, un festival di otto giorni nel Black Rock Desert, a 150 km dalla città più vicina: al contrario di altri festival simili per dimensioni e attrattiva, Burning Man non propone un programma di grandi nomi, anzi a dirla tutta le celebrità sono del tutto assenti. Ciò che rende unico questo esperimento di comunità infatti, è la completa autogestione e radicale espressione di sé, svincolata da ogni regola e organizzazione.
Scenario a metà strada tra una scenografia felliniana, un laboratorio artigianale e una Woodstock creativa, il festival viene presentato come ‘a culture of possibility. A network of dreamers and doers‘. Di fatto la portata dell’evento contribuisce a renderlo una vera e propria utopia in movimento: una città per 68000 persone che nasce e scompare in una settimana in un contesto ostile come quello del deserto del Nevada, senza possibilità di connessione telefonica, esposto a temperature proibitive di giorno come di notte e a continue tempeste di sabbia, da cui la città riemerge ogni volta trasformata e un giorno scompare.

Burning Man Festival
Burning Man Festival

Componente comunitaria e spirito creativo sono gli elementi su cui si basa questa bizzarra alchimia, da cui nascono esibizioni, mostre, workshop, sculture, installazioni rigorosamente proposte dai partecipanti, alloggiati in quel campeggio a scala colossale che è la Black Rock City, in cui si può contare solo su cibo, acqua ed elettricità proprie. Inno all’autoaffermazione e alla fiducia nella cooperazione, allo sforzo comunitario e al senso civico, all’immediatezza e alla partecipazione, l’unica forma di passaggio di proprietà sono il dono e il baratto, ad eccezione degli unici beni in vendita: ghiaccio e caffè. Potente ed effimero, il principio del leaving no trace invece è rappresentato dall’atto dell’ultima sera, in cui un colossale fantoccio di legno viene bruciato nell’epica celebrazione finale, da cui il nome del festival.
Gioiosa, ottimista e sorprendente utopia, Burning Man è un gioco estremamente ingombrante e un inno alla libera creatività, alla gratuità e alla radicale partecipazione e autoregolazione, che scompare e riappare ogni anno, dal vento del deserto.

Burning Man Festival
Burning Man Festival
Burning Man Festival
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A photograph from Burning Man 2011 by photojournalist Scott London. For more info, please visit: www.scottlondon.com/burningman
Burning Man Festival
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Marco Ferrari

Laureato in architettura ma interessato a qualsiasi altra cosa, ha frainteso la formazione come una scusa per spostarsi dalla Aarhus School of Architecture al Giappone di Sou Fujimoto, dal Cile della tesi all'India di Studio Mumbai. Ha lavorato per Dorte Mandrup, Cassina e Spaces like Actions.

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