Abbiamo parlato con Ana Isabel Gil Peña, graphic designer e illustratrice nata a Madrid ma residente a Roma, della sua serie di immagini originali ed inedite dedicate al contrasto tra la Catalogna e la Spagna.
Seguire il conflitto di questi ultimi mesi mi ha portato, come illustratrice, a creare questa miniserie. Il punto di vista è molto intimo e personale, sottile, senza riferimenti letterali, espliciti… Un lavoro realizzato di getto con immagini che non intendono posizionarsi politicamente, ma arrivare un po’oltre. Una mia libera interpretazione.
Quando hai lasciato la Spagna come sentivi questa problematica del desiderio di indipendenza che si scontra con l’intrasigenza del governo?
In gioventù sono andata a vivere a Barcellona per due anni, brevi ma molto intensi. Lavoravo come fotografa di teatro e in un negozio di fotografia, sviluppavo rullini dato che la fotografia era ancora prevalentemente analogica. Quando ho lasciato Barcellona ho avuto una forte sensazione che è ancora molto viva: stavo andando via ma un pezzettino del mio cuore sarebbe rimasto lì per sempre, impregnato nell’aria. Nei primi anni del 2000 il desiderio di indipendenza era molto più marginale e il catalanismo era forte e sentito, ma non radicalizzato. Questo conflitto, dai punti di vista molteplici e complessi, ha portato i cittadini in uno stato confusionale, ad una sorta di anomia. Non sanno quale punto di vista si adatta meglio alla propria essenza come cittadino e come persona; non gli è chiaro da che parte stare per essere veramente fedeli a se stessi, e non ai politici.
Le immagini oniriche di Ana sono nate da emozioni suscitate da questi eventi dolorosi. L’incertezza del quotidiano si accompagna all’inevitabile sensazione di essere attori mai protagonisti di decisioni che muteranno destini. Solo marionette attonite, abbandonate in caduta libera. Fili aggrovigliati tagliati e quegli sguardi, nelle marionette dell’artista, di chi invoca aiuto e chi crudelmente lo nega.
Questa donna dagli occhi bendati, che sorge da un mare agitato, con il cuore che si irradia in lunghi steli che divengono fiori – alcuni sono garofani rossi simbolo dell’indipendenza del Portogallo nel 1974 – mi pare rappresenti le tue parole colme di ansia per un futuro incerto. Cosa ne pensi?
Ho cercato di interpretare l’inquetudine che sento. Gli stimoli che le persone ricevono sono tanti e fanno tanto rumore, ascoltarli è facile, interpretarli è più difficile. La ragione si mischia alle passioni e sorgono molti dubbi. Tutto questo permette di vedere chiaramente o può accecare? Sentire e pensare attraverso i sentimenti a volte è inevitabile. Non è facile slegarsi dai condizionamenti, dalle manipolazioni. Non è facile non essere manipolato né allontanarsi da posizioni strettamente politiche. Non è facile per i partiti politici evitare il propagandismo, il populismo e le basse strategie di manipolazione sociale. All’interno di questa fitta nebbia sembra che qualcosa, o molte cose, possano esplodere in qualsiasi momento. Indipendenza. Articolo 155… secondo cui il Governo può adottare tutte le misure necessarie per obbligare una comunità autonoma ad adempiere ad un obbligo di legge… Negoziazione. Conflitto. Quale margine abbiamo lasciato alla libertà di espressione? Qual è la vera voce del popolo? E delle singole persone?
Parliamo un po’ di te. Mi ha colpito molto la tua frase: “Mi piace studiare. Delle cose mi interessa il contenuto e la forma. Ho fatto diversi workshop e master in immagine, prima e dopo la laurea ma, innanzitutto, mi sento particolarmente orgogliosa di essere un’autodidatta vorace”. Ci vuoi raccontare le tue esperienze professionali?
Ho lavorato per 3 anni in Rai realizzando design grafico, illustrazione e giornalismo in un progetto di comunicazione denominato Italiafghanistan, per le ONG italiane e il PRT dell’esercito italiano che svolgevano la loro missione in Afghanistan, abbinandolo ad altri progetti del dipartimento di marketing e di quello delle relazioni internazionali. Attualmente percorro diverse strade professionali. Illustratrice e graphic designer all’interno dello studio grafico Hippocampus e poi i progetti personali focalizzati principalmente sull’illustrazione per l’infanzia, illustrazioni e album illustrati per l’alfabetizzazione. Sto per iniziare a collaborare con una rivista spagnola di musica, arte e cultura, attraverso articoli, fotografie e illustrazioni. Per il futuro… vorrei trovare più occasioni per disegnare e illustrare copertine per dischi, riviste, documentari, libri, film, fiere, feste, eventi…