Chi ha detto che in dieci metri quadri non si possa fare architettura? La conclusione del concorso di micro architettura ‘10m2‘ ha da poco dimostrato proprio il contrario, giungendo alla premiazione di una serie di progetti di cui alcuni verranno realizzati di qui a pochi mesi. Promosso dal progetto di rigenerazione urbana Periferica, attivo a Mazara del Vallo, come anticipazione e momento introduttivo rispetto al festival che si terrà in settembre, il concorso mirava alla progettazione di un rifugio dall’impronta a terra appunto limitata a 10 metri quadri, da dedicare all’ospitalità degli studenti e professionisti durante il periodo del festival. Oltre alla funzione pratica, si lega inoltre al festival Periferica per un doppio filo di motivazioni: le strutture vincitrici ed eventualmente altri progetti meritevoli di particolare attenzione costituiranno contenuto importante dell’edizione di quest’anno, trovando realizzazione attraverso l’apporto di vari workshop e laboratori di costruzione.
I progetti premiati dalla giuria si distinguono tutti per la versatilità, sostenibilità, immediatezza e modularità delle proposte progettuali: non singoli ‘cubetti’ sparsi alla deriva nella cava sede del festival, ma spazi di relazione in grado di mettersi a sistema e di offrire una fruibilità diversa da quella del semplice rifugio notturno, vero e proprio elemento regolatore della quotidianità.
‘Too bed‘, il progetto vincitore della categoria studenti, è proprio un palcoscenico del quotidiano, in cui la vita del festival trova spazio all’interno o si inserisce tra i suoi interstizi, per cui la struttura diventa supporto per altre attività e fruizioni ampliate. Altri progetti premiati hanno invece visto nella modularità e nella capacità di associazione ed espansione gli elementi cardine del progetto, o hanno letto la facciata come un diaframma tra pubblico e privato prima ancora che tra interno ed esterno, facendola lavorare in tutte e due le direzioni. Alle proposte piu’ radicali e concettuali fanno da contraltare progetti pensati per essere in contatto con la cava e le sue manifestazioni o spazi aperti verso il paesaggio, piccoli fari sull’orizzonte tagliato della cava.
La consistenza e la materialità delle superfici di tufo viene invece sviluppata dall’altro progetto vincitore ‘Ombre di cava‘, che con un sottile gioco di trame e ombre disgrega l’unitarietà dell’ambiente proponendo uno spazio capace di espandersi e dissolversi, tanto in orizzontale quanto in verticale. Al contrario, c’è chi invece di scomporre un elemento base, ha pensato di associare uno stesso elemento in configurazioni chiuse quanto invece aperte e permeate di vuoti, o chi ha giocato sullo sfalsamento di livello per distinguere il dominio privato da quello pubblico o per la creazione di un ambito piu’ ristretto.
Progetti come risposte quindi, come soluzioni efficaci e innovative per spazi dinamici e in movimento, in cui la concretezza e la fattibilità hanno giocato un ruolo chiave nel processo progettuale prima ancora che nei giudizi. Un concorso dunque non fine a sé stesso: un concorso di idee sì, ma di idee realizzabili e da realizzare, suggerendo una traccia, un percorso rispetto alle ambizioni di Periferica: costruire una rete di spazi pubblici per la città, 10 metri quadri alla volta.