È possibile immaginare l’inimmaginabile e accettarlo come un dato di fatto?
Questa è la domanda che si cela dietro Stranger Things, lavoro del fotografo tedesco Max Slobodda, il cui scopo è quello di lasciare che l’incomprensibilità resti incomprensibile e non forzi chi guarda a trovare un senso logico a ciò che vede, ma che gli lasci la possibilità di farsi guidare dalle emozioni.
Un lavoro che prevede la partecipazione attiva di chi guarda che, lasciando le emozioni prendere il sopravvento sulla razionalità, apporterà ogni volta un senso nuovo allo scatto. Una serie che lascia allo spettatore piena libertà di emozione e nessuna spiegazione.