Il progetto fotografico Sentinelle Solitarie di Sofia Podestà, fotografa che vive e lavora a Roma, nasce nel 2018 come catalogazione utopica delle case cantoniere per creare una mappatura, raccontarne la storia ma anche per sottolineare le loro diverse tipologie strutturali, pur avendo in comune ben precise caratteristiche come il famoso, iconico rosso pompeiano, una connotazione visiva che le ha sempre caratterizzate e che ormai, purtroppo, è gravemente scolorito.
L’interessante e prolungata storia delle case cantoniere italiane inizia il 13 aprile 1830 con il Regio Decreto del Re di Sardegna, Carlo Felice, che istituiva la figura del cantoniere il cui compito era di controllare e prendersi cura del cantone, un tratto di strada di 4-5 Km, nel quale doveva risiedere. Le case cantoniere, dalla seconda metà dell’ottocento in poi, proliferarono così tanto che, nel 1938, ne furono recensite 1365 lungo tutte le strade italiane, una diffusione capillare anche nei luoghi più remoti.
Dal 1981 iniziarono ad essere dismesse e attualmente la maggior parte non è più in uso o è diventata proprietà privata, ma 1.244 sono ancora proprietà Anas – Stato Italiano.
Raccontare la loro storia attraverso la fotografia ha permesso a Sofia Podestà di sottolineare come queste Sentinelle Solitarie – in precarie condizioni e che purtroppo rischiano di essere demolite – abbiano rappresentato un’unicità del paesaggio italiano divenendo punti di riferimento visivi, topografici e, per la fotografa, anche emotivi.
“La loro presenza silenziosa riporta alla mente accenni di una storia quasi dimenticata che, con mia sorpresa, non tutti conoscono: forse perché sono date per scontate come una delle tante reliquie del paesaggio, nel loro intonaco che non è più rosso.”
Perché, al di là di tratti formali ripetuti – come il colore che diviene elemento distintivo, un filo rosso di congiunzione tra loro – sono le minime e quasi impercettibili variazioni delle strutture che le rendono icone del territorio italiano, come le aveva definite in un saggio Eugenio Turri, uno dei maggiori esperti del paesaggio italiano.
Così sono state salvaguardate le tradizioni locali sia nell’uso dei materiali che nelle decorazioni, ad esempio in Alto Adige i balconi in legno, e queste differenze che le connotano sono parte del loro grande fascino, un patrimonio del passato che dovrebbe essere maggiormente apprezzato e salvaguardato.
Sofia Podestà – laureata in Storia dell’Arte all’Università di Roma Tre con una tesi sui lavori di Luigi Ghirri, Guido Guidi e Vittore Fossati – ama viaggiare attratta soprattutto da luoghi remoti, solitari e isolati da fotografare ma recentemente ha iniziato a esplorare un lato più “intimo” della fotografia di paesaggio. Nel corso degli anni molti sono stati i riconoscimenti come la sua selezione per partecipare alla Summer School della SISF – Società Italiana per lo Studio della Fotografia – e al corso di Alta Formazione del museo MAXXI di Roma. Nel 2019 ha ricevuto il premio “Giovani Creativi” per essere considerata una dei dodici migliori creativi italiani under 30, partecipando in una mostra successiva a Palazzo Massimo di Roma. Nel 2021 espone a Parigi per ImageNation Paris all’interno di Paris Photo Off e viene scelta dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione per svolgere una campagna fotografica volta alla valorizzazione di Basilicata, Calabria e Puglia. Molte le pubblicazioni tra le quali, nel 2023, Sguardi Contemporanei – Fotografie dell’Architettura, Il Giornale dell’arte e il Giornale dell’Architettura.