In occasione della pubblicazione del primo numero di AWM abbiamo deciso di incontrare Guido Bisagni, maggiormente conosciuto col moniker 108.
Arriva da Alessandria ed in realtà non ha tanto bisogno di presentazioni: nasce nel 1978 e si occupa di arti visive e quindi di pittura, arte pubblica, sculture e installazioni, per metterla giù semplice.
Vede il computer come una “maledizione inevitabile” ed in questa chiacchierata ci racconta un po’ di sé, ci spiega come mai è così legato al nero e come valuta l’evoluzione della street art dagli inizi ad oggi.
Il suo percorso come 108 nasce alla fine degli anni ’90. Sperimentare è sempre stata una costante, ma col passare del tempo il suo stile si è fortemente evoluto. Il nero -che ora caratterizza i suoi lavori- è arrivato dopo un po’ ed è stata la quadratura perfetta del suo moto evolutivo, sia a livello puramente estetico che dal punto di vista concettuale. Con le forme che si andavano semplificando sempre più, perdendo quasi tutto il lato figurativo, c’era un qualcosa che i colori non riuscivano perfettamente a spiegare, a rendere al meglio. Il nero ha un’energia superiore, un impatto visivo ed emozionale fortissimo, specie per le forme grandi e in spazi pubblici.
Ma 108 non è solo arte visiva, ha suonato anche in vari progetti tutti riconducibili alla scena punk/hardcore. Parallelamente al suo percorso “visuale”, quindi, ha portato avanti quello musicale, o meglio “sonoro”, con vari esperimenti. Ha un progetto solista che è parte integrante del suo lavoro che risponde al nome di “Larva(108)” ed un gruppo “Corpoparassita”. Si tratta, in entrambi i casi, di non musica o musica sperimentale (come lui stesso la definisce). Anche qui il nero è parte integrante visto che in definitiva quello che crea sono paesaggi sonori plumbei per provocare delle reazioni.
Tra i vari temi trattati nell’intervista, affrontiamo anche il più delicato, il futuro:
“Sono in un momento di transizione, a volte mi vedo troppo vicino ad una ricerca estetica vuota e sto cercando di capire cosa fare”.
L’intervista integrale a 108 è disponibile sul primo numero di AWM.
Guido Bisagni is widely known as 108.
He was born in 1978 in Alexandria and his areas of expertise are: visual art, painting, public art, sculpture and installations.
He considers computers as “inevitable damnations”. In our interview he tells us a bit more about himself, his use of the black and his thought about the evolution of street art.
His artistic development started at the end of the 90’s and went through a considerable evolution process. The dominance of the black in his recent artworks is one of the major sign to mark this artistic growth. Colours are not able to express his vision anymore. Conversely, he thinks that the black has a superior energy and a stronger visual and emotional impact, mainly if it is used in combination with big shapes and public spaces.
108 is not about visual art only. He played music in punk/hardcore gigs too. Basically, he carried out simultaneously his visual and musical experiments. “Larva 108” is the title of his independent musical work while “Corpoparassita” is a group project. He talks about non-music or experimental music.
Even in music the black is a constant characteristic as he creates heavy and obscure sounds with the specific purpose of engendering reactions in the audience. In the interview he also talks about the cautious topic of the future:
“I am in a transitional period right now. Sometimes I feel I am too close to an aesthetic research and I am still trying to figure it out”.
The whole interview to 108 is available on the first issue of AWM.