Se c’è una certezza nella vita degli amanti del design di matrice scandinava, sono i nomi Ikea. Difficilissimi da pronunciare, impossibili da memorizzare e soprattutto dal significato oscuro, se Ikea e si suoi prodotti hanno rivoluzionato il modo di abitare – conquistando anche le mamme più reticenti – non c’è storia che comunque tenga: di quei nomi non conosceremo mai il significato.
E cederemo tutti prima o poi alla tentazione di provare a pronunciarlo quel nome dello sgabello treppiede o dello specchio bifocale, salvo poi rassegnarci e indicare il prodotto sull’ennesimo catalogo Ikea che ci siamo fatti spedire a casa. Ma c’è un prontuario, in costante fase di aggiornamento, che promette di aiutare tutti i frequentatori domenicali di Ikea a tradurre, sgabello dopo sgabello, piatto dopo piatto, gli infiniti prodotti della maison svedese.
Ikea Dictionary è opera di Lars Petrus, ed è un vero e proprio dizionario suddiviso in ordine alfabetico, con una legenda divertente che indica la casistica dei nomi adottati da Ikea. Si va dalle parole propriamente svedesi (quindi esistenti) fino alle parole inventate, passando per i nomi, alcuni svedesi, altri scandinavi, altri addirittura esotici. Non mancano i nomi geografici e i cosiddetti “mistery names”, nomi di cui lo stesso autore del dizionario non conosce l’origine o il significato.
Così FRÄCK – lo specchio che probabilmente tutti noi abbiamo posseduto almeno una volta – significa “sfrontato”, HUTTEN, il porta-bottiglie di legno per aspiranti sommelier, vuol dire “sorso (di alcol)”, BAGIS, le grucce di plastica colorata, è preso dallo slang di Bagarmossen, un sobborgo di Stoccolma e sta per 1 Krona (circa 0,11€) e DVALA – una delle componenti di biancheria da letto, vuol dire “letargo”.
Ora non vi rimane altro da fare che studiare il lessico Ikea e fingervi esperti di design d’interni e di lingua svedese.