[…]Prima infatti sopra la terra la stirpe degli uomini viveva
lontano e al riparo dal male, e lontano dall’aspra fatica,
da malattie dolorose che agli uomini portan la morte
– veloci infatti invecchiano i mortali nel male -.
Ma la donna, levando con la sua mano dall’orcio il grande coperchio,
li disperse, e agli uomini procurò i mali che causano pianto.
Solo Speranza, come in una casa indistruttibile,
dentro all’orcio rimase, senza passare la bocca, né fuori
volò, perché prima aveva rimesso il coperchio dell’orcio
per volere di Zeus egioco che aduna le nubi.
E infinite tristezze vagano fra gli uomini
e piena è la terra di mali, pieno n’è il mare;
i morbi fra gli uomini, alcuni di giorno, altri di notte
da soli si aggirano, ai mortali mali portando,
in silenzio, perché della voce li privò il saggio Zeus.
Così non è possibile ingannare la mente di Zeus.Da : Opere e giorni. Il vaso di pandora. Esiodo
In occasione del festival Visione Periferica, svoltosi in provincia di Teramo dal 22 al 24 agosto, la giovane scenografa, illustratrice e fumettista MP5 ha realizzato il murale “Le radici del male – The roots of evil” andando ad intervenire direttamente sulla facciata di un vecchio edificio abbandonato. L’artista decide così di “dialogare” con lo spazio urbano scegliendo come tema uno dei miti più conosciuti e rappresentati nell’arte: Il vaso di Pandora.
Con linee spesse e decise di grog nero su fondo bianco, la bella Pandora viene rappresentata nell’atto di liberare i mali fino a quel momento sconosciuti all’umanità: vecchiaia, gelosia, malattia, pazzia e vizio. Ma non fa in tempo a liberare la speranza che resta intrappolata in fondo al vaso.
Il vaso diviene così la casa, mentre la finestra del vecchio edificio funge da coperchio da cui fuoriescono corvi minacciosi, rigorosamente neri e spigolosi, rispetto alla morbida e sinuosa forma di Pandora.
Volendo leggere il mito di Pandora secondo l’accezione più contemporanea, esso allude metaforicamente all’improvvisa scoperta di un problema o malessere, ad esempio la casa abbandonata in contrasto con uno scenario attuale in cui i problemi economici ci mettono spesso di fronte all’impossibilità di averne una propria. L’artista ci induce così a riflettere, in chiave allegorica, sui grandi mali del nostro tempo, fino ad ora occultati, che, una volta manifestati, non è più possibile tornare a celare.