I segni del tempo che corrode il ferro, infrange il cemento e muta i colori, possono raccontarci il trascorrere di stagioni come sequenze di vite trascorse.
Joel Jimenez nella serie When the Dust Settles esamina la simbiosi tra l’umanità e il paesaggio, la sintonia tra i luoghi e l’uomo che quei luoghi li ha vissuti, trasformati, deteriorati, abbandonati, ricordati o dimenticati.
“There is a symbiotic relationship between humanity and the landscape; they continually evolve, change, and influence one another. This thought is better understood by the notion of the atmosphere: the perceptual state emerging from the resonance between the body’s senses and affective capacities, and the spatial and material qualities of a place.”
Joel Jimenez fotografa con sguardo attento ogni particolare e quei segni del tempo che corrode il ferro, infrange il cemento e muta colori, possono raccontarci il trascorrere di stagioni come sequenze di vite trascorse.
Sono immagini sospese quasi in un vuoto cosmico, dove spazi, oggetti, muri, porzioni di prati di una triste natura divengono icone e simboli, testimonianze e memoria, solitudine e nostalgia, ricordi e abbandoni, mutamenti e trasformazioni in una continua e lenta, implacabile metamorfosi.
When the Dust Settles, quando la polvere si deposita tutto appare protetto da un’aura che sfuoca immagini e contorni come se Joel volesse attutire il rimpianto dell’abbandono fotografando quelle tracce di opere degli uomini con la leggerezza della malincholia.
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