testo di Collettivo Storthø
L’interesse comune per il tema dell’ostacolo, condiviso da tutti i membri del collettivo Storthø, ha portato a realizzare una serie di installazioni interattive in cui il pubblico era parte integrante dell’esperienza, portando con sé il proprio approccio personale.
La nostra riflessione voleva indagare sulla natura dell’ostacolo, che può essere ritrovata in diversi ambiti legati a quello architettonico. Nella nostra ricerca abbiamo scelto di non basarci su un processo di presentazione e soluzione di un dato problema, bensì su un scambio bilaterale tra l’installazione e i visitatori.
Il primo degli appuntamenti è stato MIND THE GAP – Scenari interrotti, una mostra dal titolo provocatorio e dal contenuto paradossale. Nell’ottica di concettualizzare la definizione di ostacolo abbiamo fondato l’esperienza sull’impedimento di un’azione richiesta. Abbiamo quindi ribaltato il presupposto iniziale di interazione attraverso una situazione singolare dove l’installazione comunica con il visitatore ma ne blocca la risposta, esortando a fare propria l’esperienza di impedimento.
In un ambiente senza spiegazioni vi è l’invito a compiere delle azioni di esperienza comune, scelte in maniera casuale tra una moltitudine, bloccate però da ostacoli di diversa natura.
ACCENDI -La lampada essendo solo una riproduzione grafica di se stessa perde la sua funzione.
SALI – La scala, che per sua natura connette due quote differenti, risulta matericamente inadeguata.
SIEDI- La sedia, cambiando la sua posizione nello spazio, viene privata della sua utilità.
ENTRA/ESCI – L’apertura, a causa della presenza di un elemento fisico, non consente la connessione tra gli spazi.
L’impressione iniziale che si ha nella nostra installazione è quella di poter svolgere l’azione indicata, per poi accorgersi che una caratteristica del mezzo vi si oppone. Contrariamente a ciò che ci si aspetterebbe, l’interattività non si trova nel momento dell’azione bensì nell’impossibilità di agire.
Questo è stato il primo capitolo di un nostro percorso di indagine, scaturito dall’interesse comune sulla tematica dell’ostacolo architettonico, che vuol abbracciare nuovi ambiti per ampliare il momento di ricerca. La scelta di creare delle installazioni interattive è per noi necessaria per poter creare un momento di confronto diretto, metodo che permane anche in MURO e nella terza installazione futura.