115 è una storia d’infanzia densa di ricordi familiari e dettagli nostalgici.
Luca Abbadati è un fotografo di Leno, un piccolo paese della Pianura Padana. Questa storia inizia qui, indietro nel tempo a quando Luca era alto 115 cm.
Luca racconta:
“I miei genitori lavoravano entrambi e io passavo i pomeriggi dopo la scuola nella casa dei nonni paterni.
L’edificio, costruito da mio nonno che era muratore, era di forma quadrata e composto da un seminterrato molto basso e un piano rialzato.
Io avevo accesso libero a tutto il seminterrato e le ore pomeridiane trascorrevano calme tra compiti a casa, giocattoli e tv.
Le finestre del piano basso, strette, lunghe e posizionate troppo in alto per me, facevano entrare, nelle giornate di sole, una luce densa e corposa filtrata dalle tende di cotone grezzo.
Il piano rialzato era inaccessibile.”
“Lì si trovavano le camere da letto e, soprattutto, la cucina e il soggiorno “buoni”; mai utilizzati dalla famiglia ma sempre pronti all’arrivo di un ospite inatteso.
Ogni giorno, finito il pranzo nella cucina bassa, mia nonna “saliva” a passare la lucidatrice sui pavimenti in marmo.
Era l’unico momento in cui potevo stare “di sopra”, ben attento a non toccare e sporcare nulla.
Qui le finestre erano più grandi ma sempre con le tapparelle abbassate.
Le nette linee di luce si posavano sull’enciclopedia mai aperta per non rovinarla, sulle tante ceramiche da spolverare, sul divano dove non ci si poteva sedere.
Il wrrrrrroooooom della lucidatrice riempiva tutto.”
Dopo 30 anni, Luca ha fotografato quelle stanze che ancora si presentano come all’epoca e, per riguardarle con gli occhi di quel bambino, ha voluto fotografarle con la macchina fotografica posizionata a 115cm.
Nostalgiche e malinconiche, queste immagini raccontano dei ricordi e del passaggio del tempo con un realismo tenero e sensibile.
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