Siamo a Minsk, la capitale della Bielorussia dove vive e lavora Nastya Abitkovskaya che ha voluto focalizzare nel suo progetto Nazva le insegne di epoca stalinista, divenute parte integrante degli edifici con la loro grafica esteticamente forte e pragmatica.
Il progetto nasce dal desiderio di salvaguardare quel che resta del passato – accanto ai pochi edifici storici rimasti dato che la città venne quasi completamente distrutta durante la seconda guerra mondiale – come memoria storica per le future generazioni ma anche di integrazione e interazione con i giovani che vivono la loro quotidianità in quegli spazi di grande impatto visivo.
“Ho deciso di non scattare solo foto di palazzi e insegne. Le persone sono parte integrante della città esattamente come l’architettura. Era importante per me unire le vecchie insegne sovietiche e la gioventù moderna di Minsk. Forse degli scatti puramente di architettura sarebbero stati più accurati, ma la presenza delle persone nell’inquadratura rende gli scatti più vivi. Ci fa sentire parte della città.”
Così le insegne divengono ispirazione e scenografia e i giovani si modellano, gestiscono, si vestono e sono colorati come quegli edifici sormontati da quelle scritte simbolo di altre mode e altri tempi, in una dimensione un po’ onirica che mirabilmente intreccia l’oggi ad atmosfere auliche colorate di modernismo.
Sono immagini elegantemente progettate dove gli equilibri tra forme, colori, architetture, personaggi, costumi e gesti reinventano spazi che credevamo anonimi ma che Nastya è riuscita a rianimare, ponendole alla ribalta catturando l’attenzione di cittadini frettolosi.
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