Le installazioni di Hidemi Nishida sono apparizioni fiabesche tra i paesaggi del nord, strutture fragili che invitano ad essere occupate e vissute a prescindere dalle condizioni climatiche nelle quali si trovano. L’architetto e artista giapponese lavora principalmente in luoghi freddi, Hokkaido e la Norvegia, creando relazioni tra le persone e l’ambiente naturale proprio dove ci si aspetterebbe una maggiore chiusura verso l’esterno inospitale. L’architettura di Nishida non è un involucro protettivo, ma un oggetto estroverso, un invito alla connessione con la natura e un punto privilegiato per farne esperienza. Molti dei titoli dei suoi lavori includono la parola “fragile” o “istantaneo”, come la presenza umana nei paesaggi sterminati del nord.
Uno dei temi ricorrenti è portare all’esterno un’azione che solitamente si svolge all’interno della casa, come se si potese addomesticare il paesaggio e ricondurlo a un ambiente familiare. Gli elementi familiari sono però deformati per accentuarne alcune caratteristiche in relazione al luogo in cui sono posizionati: un semplice tavolo diventa alto ed esile come una piattaforma di osservazione o un campanile piccolissimo e difficile da trovare. Nishida allestisce una tavola da pranzo sul fiordo di Oslo, The fragile table, una presenza che si protende verso l’acqua, in bilico sull’orizzonte. Garden Sky è invece un soggiorno sospeso sulle colline di Kobe con sofà muniti di scalette per sedersi nel cielo e godersi lo spettacolo.
Altri lavori riflettono sul tema di insediarsi in un luogo e abitarlo, azione primitiva e quasi dimenticata, che viene ripercorsa con Habitat grove, Fragile shelter e Instant belfry. Citando esplicitamente Bachelard con la frase “House is our corner of the world”, Nishida rende visibile un angolo di mondo con reti blu sul fondo bianco di neve, un rito di iniziazione per appropriarsi del bosco. Instant belfry è un lampo rosso nella neve, un piccolo campanile di cui si può avvertire la presenza, da lontano, tramite i rintocchi di chi è riuscito a raggiungerlo. Fragile shelter è invece una lanterna opalescente nel bosco, punto d’incontro di piccoli gruppi di persone e base per attività invernali all’aria aperta.