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Nuotare nel mare è un’occasione unica per osservare il mondo da una prospettiva diversa, un’esperienza cristallina che ci porta ad essere soli e liberi da tutte le preoccupazioni della vita quotidiana. Eppure il mare è da sempre un territorio di transito, una dimensione di intermezzo nel passaggio da un luogo ad un altro. Un mondo parallelo dove, una volta immersi, si viene avvolti da una sensazione di leggerezza che vorremmo non finisse mai. E se fosse possibile trovare un’isola così leggera da farsi quasi impalpabile, in cui la dimensione architettonica conceda all’incessante mutabilità del mare uno scenario di contemplazione in cui fermarsi dal nuotare per permanere in una condizione di solitudine e di intima riflessione? Può forse uno spazio transitorio divenire uno spazio di pausa?
Questo scenario esiste e lo troviamo nuotando nel mare di Malta, dove una superficie bianca fluttua sulle acque blu, leggera e delicata come una nuvola, per offrire a nuotatori e navigatori un istante di tregua per la meditazione. Antiroom II è un suggestivo padiglione progettato da Elena Chiavi, Ahmad El Mad e Matteo Goldoni, uno spazio di sospensione tra le nuvole del cielo e le onde del mare maltese.
Volevamo creare uno spazio che si prestasse ad essere spazio intimo di contemplazione e al contempo spazio pubblico -una cattedrale laica di tutti gli uomini.
L’opera si compone di una serie di elementi in legno avvolti da leggiadri teli bianchi che creano un percorso di portali senza tempo, ricalcando le radici della sacralità più arcaica. Il portico, abbandonando un ruolo architettonico confinato alle facciate e alle logge degli antichi palazzi, diviene un margine per dosare la permeabilità tra il mare sconfinato e l’intima piscina naturale, cuore del padiglione. Antiroom II, nella sua semplicità, diviene fulcro di un mare che riferimenti non ne ha.
Sviluppato con la collaborazione attiva di studenti provenienti da tutta Europa, durante il workshop EASA 2015 Links a La Valletta, il progetto è divenuto occasione per tanti giovani di toccare con mano l’architettura, facendo esperienza di cantiere per vedere come un’idea diventa realtà. Antiroom II diviene così momento di incontro per poter comprendere le difficoltà tecniche dell’esecuzione di un padiglione auto-costruito e le problematicità di un budget limitatissimo, nonchè riflettere sulle incantevoli suggestioni che l’architettura può stimolare.
Irraggiungibile dalla costa, Antiroom II è quindi una nuova isola architettonica che dialoga con Malta, galleggiando sul mare per dare ristoro a chiunque la incontri nel suo percorso. Un rifugio che salutiamo tuffandoci in un blu profondo che riporta all’incessante transitorietà della vita quotidiana.