Artwort
  • Home
  • Arte
    • Land Art
    • Street Art
    • Video
  • Architettura
  • Design
    • Graphic Design
  • Illustrazione
  • Fotografia
  • Passatempo
  • Speciali
    • Art for Earth’s Sake
    • Cult
    • Disegnini
    • Fotointervista
  • BOAW
AW SOCIAL
Facebook
Instagram
  • Wishlist
  • AWM
  • Submission
  • Article submission
  • About
  • Cart
Artwort
Artwort Artwort
  • Home
  • Arte
    • Land Art
    • Street Art
    • Video
  • Architettura
  • Design
    • Graphic Design
  • Illustrazione
  • Fotografia
  • Passatempo
  • Speciali
    • Art for Earth’s Sake
    • Cult
    • Disegnini
    • Fotointervista
  • BOAW
Artwort Architettura La casa-museo di Hendrik Christian Andersen | La Città mondiale
  • Architettura
  • Arte

La casa-museo di Hendrik Christian Andersen | La Città mondiale

  • 9 Gennaio 2018
  • Melania Bisegna

Situato nel quartiere Flaminio in una strada non troppo trafficata, sebbene a pochi passi da Piazza del Popolo, vi è il Museo Hendrik Christian Andersen, una aggraziata palazzina in stile eclettico neo-rinascimentale progettata da Andersen stesso a partire dal 1922 concepita sia come casa che come studio atelier di pittura e scultura.
L’edificio fu convertito in museo e aperto al pubblico nel 1999 a seguito di un attento restauro.
L’importanza di questo edificio risiede sia nel suo contenuto, in quanto ospita l’intera produzione artistica di Andersen della quale si stimano oltre duecento sculture di varie dimensioni in gesso e bronzo, oltre duecendo dipinti e oltre trecento opere grafiche a testimonianza delle teorie utopiche dell’artista legate alla “Città Mondiale”.

Questo edificio rappresenta la tipologia abitativa della “casa-museo” il che conferisce alla collezione un valore non solo artistico ma anche storico e sociale, un luogo che è stato sede di pensiero politico legato ai movimenti internazionalisti e pacifisti della borghesia intellettuale di inizio Novecento. Il piano terra dell’edificio chiamato anche “Villa Helene” in onore della madre dell’artista, ospita due grandi sale atelier occupate dalle opere dell’artista, più precisamente la sala destra era il vero e proprio laboratorio illuminato dall’alto grazie a un solaio costruito appositamente per adempire questa funzione, la sala sinistra ospitava e ospita tuttora l’esposizione delle opere e dei busti. Salendo un’elegante scala posta in asse con l’ingresso del museo è evidente che la cura per il dettaglio sia fondamentale: le decorazioni in stucco sulle pareti, le finestre con i vetri intarsiati e colorati. Tutto concorre a creare un luogo assolutamente affascinante.

Il primo piano ospitava l’abitazione vera e propria che attualmente viene utilizzata per mostre temporanee di artisti stranieri dall’Ottocento alla contemporaneità. Anche qui vi sono alcuni elementi di rilievo come i soffitti quasi totalmente decorati con motivi floreali, gli arredi di pregio, gli stucchi e la collezione di porcellane.
Inoltre la grande terrazza gode di una vista mozzafiato sul quartiere flaminio e sul Lungotevere delle Navi, intelligentemente frequentata da studenti stranieri in soggiorno a Roma e ignorata dalla maggiorparte dei cittadini romani, come il museo stesso d’altronde.
Il recente restauro dei prospetti ha restituito l’aspetto originale del paramento, portando alla luce le delicate cromie della facies originaria.

Hendrik Christian Andersen nacque a Bergen in Norvegia nel 1872, e appena un anno dopò emigrò con la famiglia in America a Newport. Nel 1893 inizio a viaggiare in Europa per studiare arte, affascinato dalla bellezza della Città Eterna decise di stabilirsi a Roma per il resto della sua vita dove entrò nelle grazie di molti artisti e fu sempre supportato economicamente per proseguire i suoi lavori. Soprattutto fu finanziato dalla cognata Olivia Cushing che credeva fermamente nel suo talento e sviluppò insieme a lui l’idea utopistica della Città Mondiale. Inoltre era legatissimo alla madre Helene e al fratello Andreas. Morì nel 1940 e fu seppellito nel cimitero acattolico di Roma. Una figura importante nella vita di Andersen fu lo scrittore e patriota americano Henry James,conosciuto nel 1899. Sebbene lo scrittore fosse di trenta anni più anziano di Andersen. I due svilupparono un legame fortissimo testimoniato da un fervente scambio epistolare, che lascia intuire un legame che probabilmente superava quello di una semplice amicizia. Gran parte della vita di Hendrik Christian Andersen fu dedicata alla creazione e allo sviluppo della teoria utopistica della Città Mondiale, un luogo che doveva essere il fulcro di un laboratorio perenne di idee nel campo delle arti, delle scienze, della religione e del pensiero filosofico. Questa città chiamata “World Centre of Communication”, avrebbe dovuto essere una capitale mondiale sperimentale, un luogo in cui le eccellenze occidentali si potessero riunire. Questa “gloriosa utopia” è testimoniata tangibilmente solo dal materiale contenuto nel museo, la speranza in un mondo universale, senza confini nazionali, in cui il progresso e l’arte potessero elevare lo spirito dell’uomo dalle debolezze terrene, rendendolo libero.

Tutte queste teorie furono concretizzate nel 1913 in volume di circa cinque chilogrammi intitolato “Creation” e scritto a quattro mani con l’architetto e urbanista francese Ernest Hebrard. Tale volume era l’evoluzione di uno scritto precedente intitolato “La fontana della vita”, doveva essere per Andersen uno strumento di propaganda.
Nonostante l’apparente ingenuità politica e l’eccessiva monumentalità nell’esporre le sue tesi utopiche, i lavori di Andersen dimostrano una profonda comprensione dei conflitti sociali e politici derivati dalla sempre più prepotente affermazione del nazionalismo dei primi anni del XX secolo. Egli cercò di usare l’arte come strumento di ricerca e soluzione di un mondo utopico. La sensazione che suscita questo museo è quella di un luogo dove il tempo si è fermato, dove poco o nulla è cambiato e si avverte tuttora una febbricitante presenza, una forza vitale che aspetta solo di essere riscoperta.

Share
Tweet
Pin it
Melania Bisegna

You May Also Like
Visualizza Post
  • Arte
  • Flash

I lavori di Sung Hwa Kim sono una pausa meditativa dal quotidiano

  • Laura Malaterra
  • 4 Gennaio 2023
Visualizza Post
  • Arte
  • Flash

Performare intorno al Corpo di Napoli – Simona Da Pozzo

  • Nicola Nitido
  • 6 Dicembre 2022
Visualizza Post
  • Arte
  • SLIDER

La ceramic artist Sin-ying Ho ci racconta il poetico universo delle ceramiche cinesi

  • Laura Malaterra
  • 25 Ottobre 2022
Visualizza Post
  • Arte
  • Flash

Le sculture minimaliste di Vic Wright che evocano il mondo naturale

  • Laura Malaterra
  • 27 Settembre 2022
Visualizza Post
  • Arte

Soft Powers – Intervista a g. olmo stuppia sulla performance itinerante “grottesca”

  • Fabiola Mele
  • 26 Settembre 2022
Visualizza Post
  • Arte
  • SLIDER

Dagli inizi ai progetti futuri: C41 raccontato dai fondatori Luca Caizzi e Leone Balduzzi

  • Laura Malaterra
  • 9 Settembre 2022
Visualizza Post
  • Architettura
  • Flash

Casa Triana – Sessanta metri quadri di colori ristrutturati dallo studio.noju

  • Laura Malaterra
  • 30 Giugno 2022
Visualizza Post
  • Arte
  • Artwort Gallery
  • SLIDER

Super Uomo – La nuova serie di Erk14 ci invita alla libertà

  • Fabiana Dicuonzo
  • 24 Giugno 2022
Latest from Wishlist
  • Andy Warhol Drag & Draw: The Unknown Fifties
  • Folklore & Avant-Garde: The Reception of Popular Traditions in the Age of Modernism
  • Cinemas – From Babylon Berlin to La Rampa Havana
  • Form and Light: From Bauhaus to Tel Aviv
  • Cao Fei
Super uomo is a ceramic can dedicated to Friedrich Nietzsche’s concept of metamorphosis. Drawing on the provocation of videos sponsored by energy drinks, @erk14_ opens a reflection on the contemporary man’s need for artificial substitutes to achieve a bit of security. 26 0
A little preview of our photographic interview w/ @hedrawerm 31 2
A little preview of our photographic interview w/ @tomislavmarcijus 25 1
Costa Nova in Ilhavo, Portugal, is a tiny village located in the north center of Portugal, between the ria (in Portuguese means river with salted water) and the Atlantic Ocean. 32 0
@parapaboom is the creative alter ego of Italian born illustrator Vanessa Branchi. She now lives between Uk and Italy but started her career as a graphic designer in London before moving to Berlin. Her work has been featured in global editorial publications as well as digital based platforms. 64 1
“Casa Triana” is the result of a 60 square meter apartment renovation located in the historic neighborhood of Triana, Seville. The apartment has been designed for a single woman, providing her with as much living space as possible. The main concept of the project was to create a singular open space, but avoiding the idea of the “Loft” as to not make it feel too empty or characterless. A series of colored niches create distinct programatic areas that give the apartment it’s unique identity, using readily available roof ridges - “cumbreras” in spanish - to create their triangular wall texture. 32 0

Inserisci la chiave di ricerca e premi invio.