Una sceneggiatura sintetizzata in dodici immagini per realizzare uno spettacolo teatrale o un film, il film della vita del padre di Tami Aftab, una fotografa che è nata e vive a Londra, che in The Dog’s in the Car, affronta le problematiche della malattia del padre – la perdita della memoria a breve termine – con il suo sguardo ironico filtrato dall’amore.
Un titolo emblematico che induce al sorriso e subito ci riporta ad una delle più famose frasi di tutti i manuali per studiare l’inglese: “The dog is on the table”. E infatti ci stupiamo nello scoprire che, finalmente, questa volta “The dog’s in the car”.
“The Dog’s in the Car” urla Mamma dal piano di sopra. Mio Padre, Tony, comincia a correre intorno alla casa, dentro e fuori il giardino pensando di aver perso Rudi, il nostro cane. Questo è un episodio tipico, quando Papà torna in macchina dalla passeggiata col cane, lo dimentica in macchina, viene in casa e pensa di averlo perso.”
L’idrocefalia, la malattia di cui soffre il padre di Tami che vede l’accumulo di liquido cefalorachidiano nel cervello, nel corso di venticinque anni e diverse operazioni è stata tenuta sotto controllo, ma ha danneggiato in modo permanente la memoria a breve termine.
The Dog’s in the Car è un progetto fotografico, ma prima di tutto una scelta coraggiosa di collaborazione tra Tami e suo padre, legati da un forte vincolo affettivo e decisi a convivere con le problematiche della malattia senza spegnere il sorriso.
Senza creare barriere, senza bugie e sotterfugi ma aprendosi ad una realtà ineluttabile ma non per questo ingestibile, confrontandosi anche sul piano artistico che ha avuto il grande potere di offrire nuovi orizzonti e cancellare gli ostacoli dell’incomunicabilità.
Turn the oven off è il messaggio che decora la siepe dinnanzi a casa.
“Spegni il gas e vieni via” e proveremo a ballare, nuotare, indossare cappelli come il Cappellaio Matto e poi ti nasconderai di soppiatto dietro un sipario rosso e aspetterai silenzioso che si apra per vedere la messa in scena della tua vita.
Guarda tutti i lavori di Tami Aftab sul suo sito e su Instagram.