C’è un aspetto dell’arte che ci interessa particolarmente, ed è quello in cui l’arte funziona come strumento e veicolo per lanciare messaggi che arrivano dritti alla testa come un proiettile.
Le illustrazioni di Ana Isabel Gil, nata a Madrid e romana d’adozione, mescolano un profondo lavoro d’introspezione personale, sensualità e riaffermazione della figura femminile.
L’artista, profondamente legata al concetto di esistenzialismo, pone in esso il punto di partenza per la sua arte. Tema principale di questa corrente filosofica è l’individuo, caratterizzato da un senso di disorientamento, confusione, a volte anche di terrore davanti ad un mondo apparentemente privo di significato.
Per questo motivo, Ana analizza attraverso le sue illustrazioni l’esistenza della figura femminile ritrovandosi così: “davanti a sé stessa, vedendo una donna che sa aprirsi a tutte le definizioni e che, allo stesso tempo, è un mistero che fugge a qualsiasi definizione.”
Influenzata dal “triangolo impossibile” del fisico Roger Penrose secondo il quale l’impossibile diventa possibile, Ana utilizza questa figura geometrica creando un parallelismo tra le nostre anime e il concetto di impossibile e possibile.
L’anima ha massa zero e densità infinita, diventando così un potente mezzo capace di assorbire tutto e non lasciarlo più uscire. Oltre a questo, l’artista si basa su fantasie erotiche in quanto intrinseche della nostra esistenza, creando così linee e volumi del corpo femminile.
È sorprendente notare come la forma geometrica utilizzata come base per lo sviluppo delle illustrazioni, sia così ben integrata da risultare spesso di difficile individuazione.