Avvolta dai profumi e dal silenzio della montagna, una stradina popolata da case antiche con tetti a punta, da granai, fattorie ed una piccola cappella, conduce ad un insolito edificio che sembra stagliarsi tra le modeste dimensioni delle abitazioni e le alte vette norvegesi: è il Romsdal Folk Museum, ideato dallo studio Rejulf Ramstad Arkitekter per la piccola città di Molde.
Il padiglione, ispirato alla tradizione costruttiva locale, diventa una nuova polarità culturale e sociale, dove poter contenere i frammenti dell’identità storica collettica. Il museo, caratterizzato da un profilo frastagliato e rigido allo stesso tempo, evoca i tetti delle abitazioni e assume l’identità di una montagna rivestita in legno che, con un improvviso picco verso l’alto della copertura, ricorda un grande ghiacciaio nella stagione invernale. Quando il paesaggio circostante si ricopre di bianco.
Un invisibile basamento in calcestruzzo sorregge l’anima di acciaio della struttura, interamente rivestita e collaborante con listelli di pino trattati disposti verticalmente, interrotti bruscamente dalla direttrice della copertura. Nonostante il volume segua le pendenze del terrenosviluppandosi orizzontalmente, l’edificio assume anche una direzione verticale, con un brusco cambio di direzione. Le venature dei listelli lignei e le piccole finestre allungate accompagnano il profilo della copertura.
Grandi bucature quadrate dichiarano lo spessore dell’involucro. Così come la notte e il dì si scambiano di ruolo, lo stesso avviene per i pieni ed i vuoti. La facciata interrotta dalle bucature, di notte sembra abbandonare il suo profilo rigido nell’oscurità, per lasciare il posto a forme di luce regolari o interrotte, alternate.
In prossimità dell’ingresso, la scatola lignea ha un angolo discretizzato occupato dalle vetrate. Superata la reception, al piano terra si incontra l’auditorium, una piccola biblioteca della storia locale, gli uffici amministrativi, un’area relax con caffetteria e le sale espositive, mentre al piano interrato sono organizzati i magazzini, i laboratori e gli archivi.
Le aree museali assumono un carattere reversibile per mezzo di pareti scorrevoli. Le combinazioni di spazi sempre diversi generano luoghi espositivi temporanei e permanenti. Le sale principali sono contenute in “scatole oscure”, al fine di avere un controllo totale della luce artificiale. Gli ambienti interni, accompagnati dal calore del legno e le strombature delle finestre allungate, ricevono una luce filtrata dai vetri serigrafati.