Nel Teeteto Platone narra di come una notte, Talete, mentre passeggiava intento a scrutare le stelle, cadde in un pozzo. Una servetta che assistette alla scena lo prese in giro dicendogli che si preoccupava di conoscere le cose del cielo e non si accorgeva di ciò che gli stava davanti ai piedi.
L’impervia strada tracciata degli uomini verso la conoscenza è segnata da continue cadute e contracolpi. Questi poi assumono un aspetto tanto più drammatico quanto più ambiziosi sono gli obbiettivi da raggiungere. Se la caduta di Talete, intento a guardare le stelle, provoca il riso di una servetta, la caduta di chi quelle stelle ha provato a raggiungerle, diventa tragica.
L’astronauta caduto è il titolo della mostra curata da Valentina Lacinio presso gli spazi della galleria A Plus A. In mostra opere di Aldo Aliprandi, Giorgio Andreotta Calò, Francesco Arena, Thomas Braida, Stephen Kaltenbach, Rä di Martino, Antonio Fiorentino, Margherita Raso, Fabio Roncato, Alice Ronchi.
La caduta, però, oltre a costituire un evento sventurato, offre anche nuovi ed inaspettati punti di vista. Essa è quindi strettamente legata alla stessa produzione e conservazione della conoscenza. L’astronauta caduto si ripropone dimostrarne alcuni.
Il titolo della mostra richiama il Fallen astronaut di Paul Van Hoeydonck, una piccola scultura realizzata su commissione dell’astronauta David Scott per commemorare coloro che sono deceduti negli anni in nome del progresso dell’esplorazione spaziale, depositata sul suolo lunare nel ’71. Due anni prima, l’artista Stephen Kaltenbach scrive alla NASA due lettere in cui chiede di realizzare un calco dello stivale sinistro di Neil Armstrong e propone l’utilizzo dei veicoli spaziali in orbita come mezzo di archiviazione di informazioni. Le lettere però rimarranno senza risposta. Le intuizioni di Kaltenbach relative alla conservazione del sapere umano si allineano con una serie di tentativi pregressi.
Primo tra tutti la Cripta della Civiltà ad Atlanta realizzata nel 1936: una camera sigillata da una porta in acciaio, contenente una biblioteca di circa mille volumi, destinata ad essere aperta in una data precisa nel futuro, il 28 maggio 8113.
La Cripta della Civiltà rappresenta un vero e proprio monumento per le sue dimensioni e per il suo valore rappresentativo. Infatti, “monumento”, dal latino monere, ricordare, è ciò che ferma la memoria di qualcosa, mantendola immutata nel tempo.
L’astronauta caduto rielabora il concetto originario di monumento, legato all’idea della conservazione della memoria e della conoscenza, partendo dalla rievocazione di un evento storico epocale, articolandosi attraverso i progetti visionari di Stephen Kaltenbach e il lavoro dei dieci artisti in mostra.
Recap:
L’astronauta Caduto
A plus A – Venezia
11 marzo – 10 maggio