Entrando nello studio di Alexa Meade, vicino Washington DC, non si nota alcuna tela, solo uno sgabello in legno, un angolo bar ed una selezione di vernici.
I “quadri viventi” di Alexa Meade hanno richiamato molta attenzione nel corso dell’ultimo anno attirando l’interesse anche di emittenti come la CNN. Un successo arrivato a sorpresa per un qualcosa nato nel seminterrato dei propri genitori nel 2008 come un hobby: a quel tempo infatti era una studentessa di scienze politiche al suo ultimo anno di università che durante l’estate aveva lavorato sulla campagna di Obama come aiuto stampa. Proprio quell’esperienza le è servita per capire quanto le sue inclinazioni artistiche non potessero più essere ignorate.
Così, a settembre dello stesso anno, ha iniziato a sperimentare:
“Ho iniziato a coprire le cose di vernice, dagli alberi ai fili d’erba mirando ad esaltare proprio ciò che era sotto la vernice e catturarne tutte le sfaccettature”
Il passaggio dalla natura al corpo umano è arrivato quasi immediatamente, il suo primo banco di prova è stato il fidanzato Federico per poi passare all’amico Bernie:
“Era fuori di testa quando gli proposi di voler fare un suo dipinto perché lui pensava volessi farlo su tela, ma quando vide il risultato ne rimase sbalordito.”
Da lì, il passo è stato breve: dalla prima mostra in un salotto di Baltimora avendo come modella sua sorella a quella Saatchi Gallery di Londra è passato solo anno. Oggi la lista d’attesa delle persone che vogliono commissionarle i propri ritratti è lunghissima.
Dal momento che la sua arte è difficilmente acquistabile (la vernice si stacca dopo un rapido lavaggio), i vari lavori vengono fotografati per essere comprati successivamente. Il soggetto si vede per la prima volta solo in foto arrivando ad apprezzare tutti quei particolari di se stesso che nel corso di un’intera vita non aveva notato.
Intervistato, uno dei suoi modelli afferma:
“Sto diventando un’anteprima di ciò che sono e sarò. Meade ha iniziato a prepararmi spazzolando sulla mia pelle un ingrediente segreto, che non ha intenzione di rivelare, per poi verniciarmi di bianco come base. Le sue intenzioni sono quelle di ricreare la mia faccia su me stesso.”
Le sfide sono molteplici:
“Quando si dipinge su tela lo si fa a temperatura ambiente, un corpo invece ha una temperatura differente e cambia a seconda dello stato d’animo, la vernice asciuga molto più velocemente” spiega Alexa e ancora:
“La mia interazione con un soggetto cambia anche a seconda di come voglio descriverlo. Mi capita spesso di buttare via la mia tavolozza a metà e ricominciare il tutto con colori completamente nuovi, labbra su labbra, sopracciglia sulle sopracciglia.”
Lo scopo è quello di trasformare l’universo tridimensionale in quello bidimensionale, di sfumare i confini tra le due dimensioni.