La produzione artistica di Andrea Potrich, promettente artista trentino, attualmente iscritto all’Accademia di Belle Arti di Bologna, ci mostra una netta fusione tra i lasciti del dada e una particolare conoscenza della Video Art.
I suoi interessi oscillano tra la fotografia e la sua evoluzione di immagini movimento. Non mancano però riferimenti al dada, al sapiente utilizzo di oggetti decontestualizzati per poi essere riutilizzati in nuove, altre maniere.
È il caso di una performance, poi documentata, del ricoprirsi di un semplice sacco nero dell’immondizia che, per la legge del contrappasso, sottolinea una nudità che sorprendemente si rende percepibile.
Come spiegato da lui stesso: “i vestiti o l’intimo indirizzano sempre verso una classificazione di qualche tipo che alle volte può essere corretta ma altre volte no, quindi preferisco in genere non usare nulla. Magari avessi la possibilità di rasare le mie modelle o i miei modelli.”
Parallelamente all’azione del coprirsi-scoprirsi, l’azione della performance Pre-Senza ci trasporta in stanze ambientate da spettri, dal colare di materie prime alla rappresentazione di peccati capitali, come la gola.
La sua pagina Vimeo, costellata di diverse azioni, tra cortocircuiti concettuali e minimalismo, regala uno spettro della creazione artistica di Andrea Potrich.
Per esempio, in “I and the Man”, al posto della testa si viene proiettati su una spiaggia, dove il frangersi delle onde sulla riva sostituisce quello dei pensieri.
O nel teaser di “Zoomean”, dove il gioco di parole tra zoom e mean, ci si avvicina sempre più aspettandosi che la persona si volti, ma che in realtà lascia accesa solo l’aspettativa.
Un tratto comune dei dada-video o di alcune fotografie di Andrea è il non mostrare il volto, o in alternativa mostrare la parte della nuca, a sottolineare quanto labile siano le espressioni facciali, spesso ragione di incomprensione.
Con diverse proposte di lancio, Andrea si sta costruendo autonomamente un percorso singolare, nei meandri infiniti della Video-Art, senza però dimenticare una direzione specifica.