Guardando la serie Erasure dell’artista canadese Shawn Huckins, viene da pensare a opere digitali, a tele di arte classica passate su Photoshop per un intervento con lo strumento gomma.
Uno sguardo più attento, però, smentirà l’ovvio pensiero facendo spazio alla meraviglia. Si tratta, infatti, di dipinti acrilici estremamente dettagliati, riproduzioni di tele selezionate dalla collezione d’arte della Casa Bianca.
La scelta delle opere non è casuale, si tratta di ritratti di presidenti, politici e prime donne, testimonianze di coloro che ci hanno preceduto e del segno indelebile che hanno lasciato nel mondo. Ma in un’epoca in cui gli strumenti di editing digitale conferiscono il potere di ricreare la realtà partendo dai pixel e internet rende tutti degli editori, questa serie ci invita a porci delle domande sulla longevità dell’influenza e dell’operato politico, sollevando enormi questioni sulla fragilità della nostra eredità culturale.
“Se le immagini e, implicitamente, il retaggio possono essere modificate così facilmente, una persona può realmente cancellare l’impatto di un’altra? I recenti progressi possono essere cancellati più facilmente degli ideali per cui ci si è battuti e si è conquistati tempo fa? Come sarà registrato, giudicato e conservato l’attuale presente se chiunque può creare o ri-creare la propria realtà con un click, uno scroll o un tweet?”
Le domande che l’artista ci invita a porgerci sono una chiara risposta alla politica attuale degli Stati Uniti che fa riflettere su quello che è stato, quello che è e quello che sarà.
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