“L’ora blu”, dal francese heure bleue, è un termine utilizzato in fotografia e poetica indicante una particolare condizione della luce solare che ha luogo, al tramonto o all’alba, in una situazione di crepuscolo, ossia quando il sole si trova al di sotto dell’orizzonte. In natura essa rappresenta un momento cruciale: in un brevissimo lasso temporale, mentre le creature notturne si assopiscono e quelle diurne si risvegliano, la “fatal quiete” si dilegua e lascia spazio all’attesa sublime e quasi irreale dell’esplosione della luce dell’alba.
Il passaggio da buio a luce, da morte a vita, da mistero a rivelazione, la metamorfosi, è un tema molto caro all’artista belga Jan Fabre, nato e cresciuto ad Anversa, che svela la contraddizione del cambiamento permanente attraverso una serie di opere esposte a Roma dal 14 ottobre in una mostra che prende, per l’appunto, il nome di “Ora blu”. Attraverso l’utilizzo di una semplice e “industriale” penna a sfera Bic (da cui la definizione di bic art) , l’eclettico Jan dà vita ad un intero universo simbolico ai confini tra realtà ed immaginazione. Oggetti ed animali, fantastici e surreali, emergono dall’irretito tratto che conduce l’occhio dello spettatore in una dimensione mistica, quale appunto quella del mistero della metamorfosi, grazie alla metafora del momento crepuscolare, il che denota già dalle prime osservazioni l’eccezionale genio creativo del versatile e “totale” artista belga, da più di 35 anni all’attivo come performer, regista teatrale, scultore ed autore. Attraverso l’intreccio di migliaia di linee blu egli crea superfici monocrome e dinamiche, avvolgenti ed allucinatorie, che guidano l’osservatore all’interno del mondo parallelo della notte, seducente e impenetrabile, regno di animali sconosciuti. Mondo animale che affascina notevolmente Fabre, il quale afferma di essere stato ispirato dal movimento di un insetto su un foglio di carta che egli ha seguito con la penna, tracciando linee che ne delineassero l’andamento. Non a caso Fabre definisce il disegno come la “metamorfosi dei segni che cambiano forma come gli insetti”. Attrazione che del resto gli deriva dal presunto vincolo di parentela con il famoso entomologo Jean-Henri Fabre, al punto da diventare una vera e propria ossessione, testimoniata dalla ricorrente raffigurazione di scarabei, di cui ha ricoperto l’intero soffitto del Palazzo Reale di Bruxelles.
Gli anni dell’Ora Blu è uno dei simboli-manifesto del ramo di produzione dell’artista fiammingo intitolato, come già citato, “Bic Art”, nata negli anni ’70 e sviluppatasi grazie alla tendenza di Fabre , perpetuata nel tempo e mai estinta, nel conferire volume a oggetti, stanze, pareti fino ad interi edifici, definiti dai tratti avviluppati della comune penna a sfera. L’Ora Blu comprende una serie di disegni realizzati dal 1986 al 1990: statuine di gufi, scarpette da danza, servizi da tè ed altri oggetti (la collezione limited edition da sei tazzine ideata da Fabre per Illy si chiama appunto “L’ora blu”), tutti risultati dal folto tessuto della “ragnatela fabriana”. Dunque la Bic Art potrebbe essere assimilata al processo della costruzione della ragnatela, appunto, da parte del ragno, o dal bozzolo da parte della larva. Linee aggrovigliate che si infoltiscono per donare spazialità e “vita” all’illustrazione, similmente ai prodotti straordinari che gli insetti sono capaci di partorire per loro natura.
Nel ricco contesto Bic art si collocano, inoltre, alcune tra le opere più celebri di Fabre come la serie Ilad of the Bic-Art, Tivoli (il cui video è presentato in mostra) , risalente al 1991, o la Blaue Raum (datata 1988), la sovracitata The Blue Hour in collezione allo SMAK di Gent, fino a Das Medium (una delle prime opere di Bic Art, realizzata nel 1979) in cui il medium dell’opera diventa il corpo. E’ al 1990 che risale, invece, la magnifica installazione del genio nel contesto del castello di Tivoli, vicino Mechelen (Belgio), la cui facciata è stata completamente ricoperta da un’ immensa rete di disegni tratto Bic.
La spirituale e suggestiva mostra verrà esposta in occasione della prima italiana della nuova opera teatrale di Fabre, Mount Olympus – To Glorify the Cult of Tragedy, una performance di portata eccezionale che sarà presentata a cavallo tra il 17 e il 18 Ottobre al Teatro Argentina nell’ambito del RomaEuropa Festival 2015, e che avrà la durata di 24 ore consecutive.
Info:
Gli anni dell’Ora Blu – dal 14 Ottobre al 10 Novembre
Magazzino, via dei Prefetti 17, Roma
Orario di apertura: dal martedì al sabato ore 11-20. Chiuso domenica e lunedì.
Mount Olympus – To Glorify the Cult of Tragedy
Prima italiana: 17 ottobre – 18 ottobre 2015
Durata 24 ore | Inizio 17 ottobre h 19 – Fine 18 ottobre h 19
Teatro Argentina, Largo di Torre Argentina, Roma.