Erranza, bipersonale di Elisa Bertaglia ed Enrica Casentini curata da Petra Cason Olivares negli spazi di Atipografia.
Punto di partenza per questa mostra è il saggio sull’arte contemporanea Il radicante. Per
un’estetica della globalizzazione, scritto dal critico d’arte francese Nicolas Bourriaud. Chi è, e dove sta andando l’artista contemporaneo? Qual è la direzione che sta prendendo la ricerca artistica, e che tipo di relazione sta instaurando con la contemporaneità?
Questi i nodi attorno ai quali gravitano le considerazioni di Bourriaud, questioni che le
artiste hanno fatto proprie per la realizzazione di questa mostra site specific. Bourriaud individua nell’errante (l’immigrato, l’esiliato o il turista) la figura adatta alla contemporaneitá e utilizza un linguaggio proveniente dal mondo vegetale, per descriverne le caratteristiche che lo rappresentano.
L’individuo errabondo assume le fattezze e le caratteristiche intrinseche di vegetali come l’edera, “i quali fanno crescere le radici a seconda della loro avanzata”, e trae nutrimento e appoggio dal suolo che, a seconda del suo incedere, è pronto ad accoglierlo.
Questa mostra diventa, per Bertaglia e Casentini, il terreno su cui si incontrano due poetiche stilisticamente differenti, ma convergenti in un tema comune. Enrica Casentini ha dato vita al concetto di “essere radicante” realizzando Kairos, un’installazione composta da un piccolo esercito di semionauti, esili figure in ceramica che sembrano muoversi spinte dal vento, sulla superficie che attraversano.
L’opera Bindwood (termine arcaico dell’edera – ivy – e che ne definisce il suo
“aggrapparsi, essere avvinta” al legno) di Elisa Bertaglia assume le fattezze di
una costellazione vegetale. Punti luminosi fanno emergere, attraverso le trame fitte
delle foglie incise, una costellazione nella costellazione.
Recap:
Erranza
Atipografia – Arzignano (VI)
31 Marzo – 21 Maggio