La Galleria Bonioni Arte di Reggio Emilia ha aperto le porte a “La scultura è una cosa seria”, esposizione collettiva a cura di Niccolò Bonechi. Il titolo della mostra prende spunto dalla citazione “Il gioco è una cosa seria” del grande artista e designer milanese Bruno Munari, che con la sua ricerca ha aperto il dibattito sull’aspetto ludico dell’arte. Federico Bonioni mutua questa concezione per invitare il pubblico ad osservare la scultura come un gioco legato al mondo dell’infanzia e allo stesso tempo come un atto complesso di modellazione della materia.
“La scultura è la plastica, che è parte dei bambini, del modellare la materia, del creare qualcosa di nuovo. Fare scultura è difficile perché è materia pesante, difficile da maneggiare.”
L’invito del curatore Niccolò Bonechi è quello di indagare sul metodo scultoreo offrendo al pubblico l’approccio che più di venti artisti contemporanei hanno oggi nei confronti di quest’arte antica.
Dalle utopie origamiche realizzate su pagine di atlante di Amanda Chiarucci si passa all’orientamento optical-pop di Nicola Bolla e alle sue installazioni vorticose realizzate con carte da gioco. Bonzanos Art group, Senoner e Giannelli studiano la figura umana nell’intera fisicità: la figura incapsulata realizzata su lastra specchiante di Bonzanos art group ci proietta in un microcosmo celeste, Andreas Senorer presenta due allegorie del processo di transizione dall’infanzia alla maturità, Emanuele Giannelli propone I visionari in una specie di trans estatica.
Renata e Cristina Cosi sperimentano le proprietà di sostanze come il gres e le resine, Michelangelo Galliani rivisita il marmo inserendo interventi metallici, l’artista livornese CCH intende indagare a fondo i concetti di tensione e di superficie utilizzando il nastro adesivo.
Per quest’occasione, invece, vestono i panni di scultori i pittori Getulio Alviani e Concetto Pozzati, oltre ai più giovani Mirko Baricchi e Luca Moscariello.
Vari i materiali e le tecniche utilizzate da questa pluralità di artisti che si trovano a confrontarsi con le opere di maestri quali Arnaldo Pomodoro che usa per la prima volta l’acciaio inox per la sua opera Onda, o Daniel Spoerri con Finir enfin de classifier les peignes d’après le nombre de leurs dents (frei nach Duchamp) ispirata al lavoro di raccolta istantanea della realtà fugace del fotografo Henry Cartier Bresson.
La sfida è dare spazio alle giovani generazioni di artisti in confronto con quelle del passato, suscitando curiosità nella città di Reggio Emilia.
Recap:
La scultura è una cosa seria
Galleria Bonioni Arte
Corso Garibaldi, 43, Reggio Emilia
27 maggio – 24 luglio 2016