Artwort
  • Home
  • Arte
    • Land Art
    • Street Art
    • Video
  • Architettura
  • Design
    • Graphic Design
  • Illustrazione
  • Fotografia
  • Passatempo
  • Speciali
    • Art for Earth’s Sake
    • Cult
    • Disegnini
    • Fotointervista
  • BOAW
AW SOCIAL
Facebook
Instagram
  • Wishlist
  • AWM
  • Submission
  • Article submission
  • About
  • Cart
Artwort
Artwort Artwort
  • Home
  • Arte
    • Land Art
    • Street Art
    • Video
  • Architettura
  • Design
    • Graphic Design
  • Illustrazione
  • Fotografia
  • Passatempo
  • Speciali
    • Art for Earth’s Sake
    • Cult
    • Disegnini
    • Fotointervista
  • BOAW
James Turrell
Artwort Speciali Cult James Turrell – Art as revelation
  • Arte
  • Cult

James Turrell – Art as revelation

  • 11 Agosto 2014
  • Marco Ferrari

‘Light is not so much something that reveals as it is itself the revelation’

Pochi artisti come James Turrell hanno saputo dedicare la propria opera a una devota e concentrata ricerca sulla percezione e sugli strumenti attraverso i quali l’uomo comprende lo spazio, le dimensioni, il colore e l’infinito. Pochi altri hanno saputo occuparsi della luce intesa come fatto materico, come “cosa” effettiva, sostanza isolata e quasi tattile, attivamente interagente con i nostri sensi dai quali discende una percezione dell’opera diversa per ciascuno.

Il problema della soggettività nell’arte può essere rintracciato nelle problematiche sollevate da Courbet e sviluppate dagli impressionisti in modo fondamentale, per i quali la nostra percezione della realtà è dipendente dal medium della luce, che si materializza e diventa essa stessa ‘realtà’. Questo slittamento di prospettiva è lo stesso che Goethe arriva a rivendicare con la propria teoria del colore, in opposizione a quella formulata da Newton, basata su qualità esternamente misurabili invece che su esperienze e osservazioni dirette come per il tedesco. Turrell riprende questa serie di tematiche e, attraverso la visione che gli è propria, le rielabora in un percorso personale di fusione con altre discipline e sensibilità, in una ricerca affine per certi versi a quella di altri artisti come Albers, Rothko, Reinhardt e Newman ma senza mai concretamente lavorare con della materia, per quanto impalpabile possa essere la pittura.

James Turrell 2013
James Turrell 2013

Si tratta di una vacuità intimamente diversa dalle ricerche del Minimalismo degli anni ’60 da cui la ricerca di Turrell prende avvio, un approccio che elimina ogni oggetto dal fare artistico per restituirci un ‘nulla’ costituito solo da luce e percezione, dalla percezione materiale dell’immateriale. L’immateriale e l’infinito sono i poli tra cui si muove la ricerca di questo artista, che affronta questi temi con scrupolo scientifico per restituircene la pensabilità e l’esperienza. Quindi, come nei Ganzfeld l’immaterialità della sorgente luminosa si concretizza in spazio e in materia in cui l’esperienza dello spettatore è immersa, nel Roden Crater, il monumentale progetto avviato nel 1974, l’infinita vastità del cosmo viene compressa e sintetizzata per essere compresa nello spazio tangibile dell’esperienza umana.

Turrell si sposta su un’altra dimensione, dallo spazio limitato della tela alle vastità eteree dell’atmosfera, al blu profondo del cielo piu’ puro che il padre ingegnere aeronautico gli insegnò ad amare dall’alto di un aeroplano. La visione diventa per Turrell un fatto interno, un meccanismo mediato dall’occhio che consiste in una comprensione immediata filtrata da tutti i sensi e non dissimile dalla visione quacchera di ‘luce interiore’ ereditata dalla madre. E’ infatti così che la percezione in Turrell si trasforma in atto attivo e quasi spirituale, mettendo lo spettatore al centro della propria opera, come necessario termine secondo in questa relazione immateriale che si avvicina a un muto dialogo o alle forme orientali di meditazione. Non è infatti esagerato pensare a Roden Crater in analogia all’axis mundi, a quel Monte Meru del Buddhismo che connetteva terra e cielo, senza la volontà di conquistarlo e contenerlo come nel Cenotafio di Newton di Boullée, ma consegnandolo a noi osservatori in tutta la sua immaterialità sconfinata, di cui sentirci parte.

James Turrell
James Turrell
James Turrell
James Turrell
James Turrell
James Turrell
James Turrell
James Turrell
James Turrell
James Turrell
James Turrell - Roden Crater
James Turrell – Roden Crater
James Turrell
James Turrell
James Turrell
James Turrell
James Turrell
James Turrell
James Turrell
James Turrell
James Turrell
James Turrell
James Turrell
James Turrell

Share
Tweet
Pin it
Marco Ferrari

Laureato in architettura ma interessato a qualsiasi altra cosa, ha frainteso la formazione come una scusa per spostarsi dalla Aarhus School of Architecture al Giappone di Sou Fujimoto, dal Cile della tesi all'India di Studio Mumbai. Ha lavorato per Dorte Mandrup, Cassina e Spaces like Actions.

You May Also Like
Visualizza Post
  • Digital Art
  • Flash

Symbols: i fotogrammi animati di Ke Ren

  • Laura Malaterra
  • 17 Giugno 2024
Visualizza Post
  • Arte
  • Flash
  • SLIDER

The past made present – Angela Burson

  • Laura Malaterra
  • 6 Maggio 2024
Visualizza Post
  • Arte
  • Flash

I momenti di vita rasserenanti nei dipinti di Danym Kwon  

  • Laura Malaterra
  • 30 Aprile 2024
Visualizza Post
  • Architettura
  • Arte

Il Museo Guggenheim a New York: storia e informazioni pratiche per i turisti

  • Artwort
  • 4 Aprile 2024
Visualizza Post
  • Digital Art
  • SLIDER

To pretend a thing makes it real – David Selander’s AI interventions

  • Nicola Nitido
  • 3 Ottobre 2023
Visualizza Post
  • Arte
  • Flash

Gli stupefacenti collage di Lola Dupre

  • Laura Malaterra
  • 17 Maggio 2023
Visualizza Post
  • Arte
  • Flash

I lavori di Sung Hwa Kim sono una pausa meditativa dal quotidiano

  • Laura Malaterra
  • 4 Gennaio 2023
Visualizza Post
  • Arte
  • Flash

Performare intorno al Corpo di Napoli – Simona Da Pozzo

  • Nicola Nitido
  • 6 Dicembre 2022
Latest from Wishlist
  • Paper Vase Riviera Wave - Octaevo
  • Andy Warhol Drag & Draw: The Unknown Fifties
  • Folklore & Avant-Garde: The Reception of Popular Traditions in the Age of Modernism
  • Art for No One 1933-1945
  • Cinemas – From Babylon Berlin to La Rampa Havana

Inserisci la chiave di ricerca e premi invio.