Leonardo Petrucci, nato nel 1986 a Grosseto, si è formato all’Accademia di Belle Arti di Roma, diplomandosi con una tesi dal titolo “Arte dell’Alchimia e Alchimia dell’Arte”: già da qui risulta ben chiaro che la sua ricerca artistica è legata profondamente al mondo dell’alchimia.
Attratto da ciò che non è direttamente esplicito, evidente e banale, ha manifestato questo interesse nelle sue opere attraverso un’abile analisi dei volumi delle forme, la loro scomposizione e, in seguito, la creazione di nuove figure. L’anagramma, quindi, è alla base della ricerca artistica di Leonardo Petrucci e viene applicata anche alla sua visione di altre opere dove, al posto delle forme, gioca con la percezione usuale dei quadri iconici, ripensati come cover di album metal rock. Petrucci diffida dalle opere che dichiarano da subito i propri intenti concettuali e, proprio per questo, la sua ricerca si fonda su principi dell’Alchimia. Come l’artista stesso dice: “Occultare una forma o un pensiero non significa privare chiunque della lettura dell’opera, ma responsabilizzare l’osservatore, metterlo in una posizione di libera ma difficile azione di movimento in uno spazio inesplorato”.
L’ispirazione di Petrucci proviene dall’opera di Leonardo Da Vinci, il quale ha sempre posto l’accento sull’invisibile e sottolineato la virtù della curiosità verso i piccoli dettagli del mondo circostante, e dallo studio delle opere e dei pensieri di Marcel Duchamp e Gino De Dominicis, specialmente nella concezione dell’ Opera “sospesa”, immortale ed eterna.
Dal 2012 Leonardo Petrucci vive e crea al Pastificio Cerere e ha esposto la sua eclettica produzione artistica in diverse mostre: nel 2014 “Antropofagia Simbiotica” presso Operativa Arte Contemporanea a Roma, nel 2016 “The Light Hides The Lights” alla Fondazione Baruchello a Roma, curata da Emanuele Riccomi e infine, sempre a Roma, “Red Hope” nel 2017, curata da Giuliana Benassi.
Il 5 aprile 2018 inaugurerà la sua prossima mostra personale presso la galleria nm>contemporary nel Principato di Monaco, il titolo dell’esposizione sarà “Rubedo” e proprio l’alchimia farà da padrona, fondendosi a temi più scientifici come l’Astronomia e la Geometria. A metà maggio, poi, sarà presentata un’altra mostra personale presso la galleria Bibo’s Place di Roma.