Le interviste immaginarie sono un viaggio intrigante che ci porta ad incontrare, ogni volta, un grande del passato. Cinque domande rivolte con leggerezza per scoprire vita, passioni, progetti, segreti e umanità di questi personaggi, ricostruiti sulle basi del nostro sogno e sulla realtà della storia. Personaggi che si presentano vivi e attuali, ma in tutto rispondenti al loro tempo e alla loro personalità. Per capire veramente come e perché siano così importanti per la nostra cultura.
Ho incontrato a Parigi per un’intervista Suzanne Valadon. L’appuntamento era al Café de Flore e Suzanne è arrivata con un leggero ritardo ma osservarla camminare, con la sua ancor luminosa bellezza e il portamento agile nonostante l’età, mi ha fatto scordare l’attesa.
Signora Valadon ci parli dei suoi anni a Montmartre, dove iniziò a posare come modella per Henri Toulouse Lautrec, Edgar Degas, Pierre-Auguste Renoir… artisti che, attratti dalla sua bellezza, l’hanno resa presto famosa.
Oh mon Dieu non mi parli anche lei della mia bellezza! Da Henri, Edgar, Pierre-August e tanti altri per cui ho posato da giovane ho imparato i trucchi del mestiere. Sono sempre stata curiosa e, da brava autodidatta, li osservavo dipingere. Così ho imparato le loro tecniche e ho riempito le lunghe ore di posa progettando le mie nuove opere.
Nel 1894 è stata ammessa, prima donna, alla Société Nationale des Beaux-Arts ed è proverbiale il suo perfezionismo. A volte ora viene citata come la madre del famoso pittore Maurice Utrillo a cui ha trasmesso l’entusiasmo per la pittura en plein air. Ne rimane infastidita o prova una grande soddisfazione?
Sono felice per il successo di Maurice e orgogliosa per avergli trasmesso la passione per la pittura. Abbiamo trascorso piacevoli giornate immersi nella natura, Maurice ha subito manifestato una particolare sensibilità per la luce mutevole, le ombre, i colori. Le sue vedute di Montmartre sono già leggendarie, lui è autodidatta come me… Abbiamo esposto insieme nel 1923 e nel ’28 ha ricevuto la Legione d’Onore. Ma sono sempre preoccupata per la sua salute cagionevole…
I suoi primi dipinti sono state nature morte, poi i nudi e i ritratti. Proverbiali sono quelli dedicati al suo adorato gatto rosso Raminou e poi il celebre ritratto di Erik Satie. È vero che è stato una delle sue prime pitture ad olio?
Vedo che conosce molti particolari della mia vita… beh credo di sì. Ricordo benissimo che conobbi sia Satie che Raminou a Montmartre. Erik suonava al mitico “Le Chat Noir” e quel cabaret presto è diventato un punto di riferimento per tutti noi, musicisti, pittori, artisti, intellettuali. Erik compose la “Chanson du Chat” una mélodie per voce e pianoforte ed io la canticchiavo a Raminou che non era certo un gatto da salotto ma un felino battagliero, il mio modello preferito. Ehh tempi frenetici tra musica e pittura. Non so quanto io influenzai Satie per la sua musica o quanto la mia pittura ha subito la rigida metrica delle sue note…
Suzanne lei ha fama di donna intrepida, fuori dagli schemi, passionale nella vita come in pittura e di aver influenzato molti artisti ma a sua volta aver avuto dei punti di riferimento per la sua arte, mi riferisco in particolare a Gauguin e Van Gogh.
Mi mancano tanto Vincent e Paul, se ne sono andati a pochi anni di distanza lasciando un grande vuoto nel mondo dell’arte. Certo che mi hanno influenzato, sono stati dei grandi maestri da cui ho preso il meglio ma, vede, da sola ho creato me stessa e ho detto ciò che avevo da dire. Sono stata appassionata e irrequieta, i miei due mariti ne sono una testimonianza… e forse sono ancora irresistibilmente amante della vita nonostante l’età. Certo André (1), il mio secondo marito tanto più giovane di me e pittore anche lui, è stato una fonte inesauribile di discussioni filosofiche, pittoriche e non solo. Che scenate anche con Maurice, certamente il vino fomentava… Ma posso dire che l’unico punto fermo nella mia vita è stata la pittura, da sempre ho voluto dipingere per riuscire a fermare la vita.
Lei è stata ritratta da August Renoir nel suo “Ballo in città”, da Modigliani e altri artisti. Ci può dire cosa sta dipingendo ora e i suoi progetti per il futuro?
Ho vissuto abbastanza per vedere la mia opera più discussa “Le Lancement du Filet”, che ho dipinto nel 1914 con grande entusiasmo e fatica dato che misura due metri per tre, venire acquistata quest’anno – e siamo nel 1937! – dal Musée National d’Art Moderne. Ma ho altri progetti, che non posso svelare, per ora.
(1) André Utter, nato il 20 marzo 1886 a Parigi il 18 e morto il 7 febbraio 1948 nello stesso arrondissement, è un pittore francese.